Diego Galdino lo scrittore che parla d’amore

i suoi libri hanno fatto sognare intere generazioni di donne.

Vive a Roma come il protagonista del suo romanzo, ogni mattina alle cinque si alza per aprire il suo bar in centro.

Tutti i giorni saluta i suoi clienti con i caffè più fantasiosi della città, il mistero è dove trovi il tempo per la scrittura. Io sono andata a scoprirlo per voi, Diego si racconta in esclusiva per Quotidianpost.

Ciao Diego, perchè non mi parli un pò di te?

Sono un uomo normalissimo che conduce una vita normale, piena fortunatamente di tante cose. Ho passato gran parte della mia vita dentro al bar di mio padre, lavorando dietro al bancone. Facevo il caffè a quelli che poi sono diventati i personaggi del mio primo romanzo “Il primo caffè del mattino”.  Ora cerco di conciliare le due cose, prima ero un barista-scrittore…ora mi sento più scrittore-barista. Ho due bellissime figlie e delle passioni come tutti. Amo andare al cinema e vedere le mostre d’arte.

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Da cosa trai ispirazione per scrivere i tuoi libri?

Per i miei libri traggo ispirazione dalle immagini, come una foto di un luogo che mi colpisce particolarmente. Cerco di immaginare che in quel posto vivano delle persone e unire le loro vite fino a creare una storia prevalentemente d’amore. A parte i miei due romanzi un pò più autobiografici che parlano del bar e di una persona che vi lavora, con tutti i suoi clienti. Per il primo caffè del mattino e l’ultimo che sta per uscire l’ultimo caffè della sera traggo ispirazione dalla mia quotidianità.

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Quale personaggio hai amato di più scrivere? Quale invece ti ha dato più difficoltà?

Dei personaggi che ho amato di più scrivere sarebbe facile dire Massimo perchè in lui mi ci rivedo. Nel periodo in cui ero più giovane, quando ho iniziato a lavorare nel bar. Ma penso che il personaggio che mi è piaciuto di più scrivere sia Clark Kent, il commesso del mio secondo romanzo “mi arrivi come da un sogno”. Lui è un pò un supereroe dei sentimenti, quello che tutti gli uomini sognano di essere. Bello, intelligente, capace e sempre pronto a lottare per l’amore della sua vita, a non farselo scappare. Se devo essere sincero nessuno mi ha dato difficoltà. Sarà che i miei personaggi è come se mi raccontassero loro le proprie vite, quasi come in un’intervista. Quando inizio a raccontare un personaggio lo tengo bene in testa, come fosse una persona reale con la quale ho avuto a che fare nella vita.

Quando inizi a scrivere una storia, sai già quale sarà la sua conclusione?

Si, è tutta nella mia mente. Dal primo capitolo all’ultimo, con tanto di scena finale. E’ come se dentro la mia testa ci fosse una specie di pallina contenente questa storia che, all’improvviso, si apre lasciandola fuoriuscire. Una volta che la storia esce, io non devo fare altro che scriverla. Può sembrare facile detta così ma in realtà non lo è. Sicuramente per me è un vantaggio questo perchè sono consapevole quando inizio una storia di quello che poi devo scrivere.

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Se ora avessi con te un quaderno pieno di righe vuote, cosa scriveresti?

Forse scriverei una storia che ho in testa da tanto. Una storia d’amore tra due ragazzi non vedenti convinti entrambi che l’altro veda. Non ho mai avuto il tempo per scriverla, potrebbe essere il mio prossimo romanzo. Una storia ricca di casualità, momenti fortuiti, equivoci a volte divertenti. Queste persone sono felici perchè l’altro la fa sentire una persona normale nonostante la sua disabilità.

Per te cosa significa scrivere?

E’ un modo per evadere dal mio contesto quotidiano. Proietto sui miei personaggi la mia voglia di fare delle cose o di vedere posti dove fisicamente non posso andare. Come riporta una frase di Umberto Eco «Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro.» lo stesso vale per me quando scrivo. Vivo le vite di altri facendo cose che mi piacerebbe fare nella realtà.

Quali sono gli ingredienti perfetti per un buon romanzo?

Se si parla di un romanzo d’amore, secondo me è il genere più difficile da scrivere. Parti già dall’idea che tu stai scrivendo una storia scontata e banale. E’ ovvio che i due protagonisti della storia alla fine sono destinati a stare insieme, o vivere questo amore assieme. Riuscire a non farla sembrare così scontata e banale questa storia d’amore. Arrivare alla conclusione che tutti si aspettano in un modo che non tutti si aspettano.

Quale libro, dalla tua infanzia ad oggi, ti è rimasto nel cuore?

Ho iniziato a leggere a 13 anni,quando un amico di famiglia mi regalò il romanzo Le nebbie di Avalon. Romanzo a cui sono molto legato, lo porto nel cuore. Possiedo la prima edizione originale americana, la prima edizione italiana e quella che mi regalarono.

Che consiglio daresti ad un giovane scrittore?

Leggere tanto, penso che se sei un grande lettore puoi diventare uno scrittore. Non smettere mai di scrivere malgrado le delusioni, le difficoltà o vicissitudini per arrivare ad essere pubblicato. Se smetti di scrivere c’è il rischio di perdere i lettori, magari tra quelle persone che ti leggono puoi trovare quella giusta che ti permette di fare il famoso salto di qualità. Potresti riuscire a pubblicare con una casa editrice tra le più importanti del mondo editoriale italiano. Non perdere mai la speranza, leggere e scrivere sempre.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

A Maggio uscirà un romanzo per me molto importante e molto atteso. Il seguito del mio primo romanzo “Il primo caffè del mattino” quello che ha avuto più successo. Si intitolerà l’ultimo caffè della sera. Mi impegnerò tantissimo per questo romanzo perchè penso che sia il più bel romanzo che ho scritto sino ad oggi. Delle volte sono terrorizzato quando lo leggo perchè penso che sarà difficile scriverne uno più bello di questo. E’ un romanzo dove ho messo tutto me stesso, ci sono tutte le emozioni e le cose che mi sono capitate negli ultimi due anni. Mi sono capitate delle cose un pò particolari che hanno segnato la mia vita e hanno dato vita a questo seguito.  Il mio progetto futuro è dedicarmi completamente al mio prossimo romanzo.

Diego saluta tutti i lettori di Quotidianpost e mi commuove con la sua gentilezza e spontaneità nel ringraziarmi per la bella chiacchierata:

<<Ringrazio te per avermi dato questa possibilità, sei stata una padrona di casa meravigliosa.>>

Lo ringrazio anche io augurandogli che ogni suo sogno si avveri nel migliore dei modi, non perdetevi L’ultimo caffè della sera mi raccomando!