“Il ritorno di Donna Franca Florio” in mostra a Palermo dal 16 marzo al 20 maggio 2018.

L'elegante e raffinata moglie dell'imprenditore palermitano Ignazio Florio, protagonista della Belle époque, sarà la première Dame a Villa Zito per due mesi.

Si dice che dietro ad un grande uomo ci sia una forte e grande donna che accompagna, guida e consiglia il suo compagno. Questa è sinteticamente la figura di qualsiasi gentil dama che da sempre cammina accanto al suo fedele amato.

Palermo felicissima ha custodito nelle sue fitte trame storiche anni di bellezza e di incanti che tra rinascita industriale e benessere economico conserva oggi negli archivi azioni e personaggi di grande lustro internazionale. Se da un lato la famiglia Basile stava diventando un grande colosso nel campo, come diremmo oggi, dell’interior design e dell’architettura, dall’altro la famiglia Florio, oltre ad essere estremamente conosciuta nei grandi e bei salotti palermitani, rappresentava una preziosa medaglia di rinnovamento sociale e finanziario per il capoluogo siciliano.

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Oggi vorremmo ricordare la figura di Donna Franca Florio, moglie amatissima di Ignazio Florio, che era stimata e apprezzata da tutti non solo per la sua infinita bellezza ma per la raffinata intelligenza che nascondeva dietro alla sua folta chioma scura. È stata una donna elegante e una moglie fedelissima tant’è che Gugliemo II la definì “La stella d’Italia”e Gabriele D’annunzio l’appellò “L’Unica”.<

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Le sue qualità, facilmente riconducibili ad una fotomodella contemporanea, estetiche pari erano alle sue competenze comunicative e organizzative dell’azienda del marito in quanto ella ricoprì un ruolo fondamentale nella gestione economica di tutta la famiglia Florio. La sua figura manageriale doveva stare attenta all’organizzazione delle varie attività gestite dal marito che contavano banche, industrie, cantieri navali, fonderie, tonnare, saline, cantine vinicole (si ricorda in tal senso la produzione del vino liquoroso Marsala) e della Società di Navigazione Italiana.

Donna Franca fu in grado di trasformare, nei primi timidi anni del XX secolo, Palermo in capitale europea sia per quanto riguarda la sua fama culturale, ben rappresentata dalle mille testimonianze artistiche presenti in città, ma soprattutto in ambito produttivo e redditizio.

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In quegli anni la nostra città stava dando una nuova immagine di sé recuperando credibilità e ricchezza riconosciuti in tutta Europa. Tutto ciò era reso possibile anche dalle amicizie che curava personalmente Franca Florio con i vari esponenti politici, intellettuali, economici delle varie nazioni. Durante i pomeriggi in cui si chiacchierava o le cene di Gala Donna Franca amava sfoggiare abiti sontuosi e preziosissimi gioielli regalati dal marito Ignazio forse per farsi perdonare le continue avventure adultere che intratteneva con altre donne.

In poco tempo questa dolce e raffinata signora fu in grado di ammaliare uomini e spiriti artistici molto conosciuti per l’epoca: stiamo parlando di Puccini, Caruso, Montesquieu e anche diversi artisti tra cui Boldini e De Maria Bergler. Grandi attenzioni mostrava per lei addirittura l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe che le regalò una trombetta d’automobile. In questo modo quando la Florio passava per le vie di Vienna, al suono del curioso aggeggio, tutti si fermavano a salutarla in segno di rispetto.

Franca Florio amava moltissimo il teatro tant’è che una sera, alla Scala di Milano, Arturo Toscanini volse per un solo istante le spalle all’orchestra per rivolgere uno scrosciante saluto a lei. Un altro episodio davvero singolare si fa ricondurre alla 19 maggio 1896 quando, al Teatro Massimo di Palermo, si stava rappresentando il Falstaff di Verdi. All’arrivo di Franca tutti si girarono a guardarla con ammirazione avvolta da una stola di zibellino e da un morbido abito di seta chiara e gioielli.

Ogni donna ha un tratto distintivo: quello di Franca Florio era la sua lunghissima collana di perle che ne contava trecentosessantacinque. Un bijoux sicuramente impegnativo e maestoso che si dice di aver messo a disagio persino la Regina d’Italia.
Nonostante il marito la tradisse era ugualmente molto geloso di Franca ma quando morirono i loro figli il loro legame si rafforzò tantissimo. La prima figlia dei coniugi, Giovanna, morì a 9 anni di meningitee Ignazio morì l’anno dopo. Le uniche figlie che rimasero a lungo in vita furono Igea e Giulia.

Nonostante questi tristi e avversi avvenimenti, dato il suo fascino e i suoi particolari tratti del viso, ella divenne la musa che ha affascinato il pittore, e carissimo amico ferrarese, Giovanni Boldrini che la ritrasse in un famosissimo dipinto (oggi venduto all’asta a 1 milione e 113 mila euro).
Ignazio Florio, nel 1901, commissionò all’artista un quadro e subito si trasferì da Parigi a Palermo dove fu ospite della famiglia. La prima versione della tela fu quella di Donna Franca fasciata da un meraviglioso abito scuro a maniche lunghe con scollatura a V su ricami dorati arricchito da una cascata di perle.

La seconda versione, esposta a Venezia durante la Biennale, Boldini allungò l’orlo della gonna, eliminò le maniche lunghe ma alzò la scollatura rendendola meno provocante. Ciò è stato documentato da alcuni studi condotti nel 2017 da studiosi dell’Università della Sapienza di Roma che, su uno studio a raggi X, ha letto un dipinto precedente.

In seguito ad un andirivieni da acquirenti diversi, la tela è tornata a ‘casa’ ed è attualmente conservata a Palazzo Mazzarino a Palermo grazie all’acquisto dei marchesi Marida e Annibale Berlingieri.
Questo grandissimo capolavoro della Belle époque sarà messo in esposizione durante la mostra intitolata “Il ritorno di Donna Franca Florio” che sarà inaugurata il 16 marzo, alle 17, aperta al pubblico fino al 20 maggio 2018.

La presentazione alla stampa è prevista per la stessa giornata, ma alle 12. Saranno presenti anche il presidente del Comitato d’onore, Leoluca Orlando, il presidente del Comitato di studio Vittorio Sgarbi con i marchesi Marida e Annibale Berlingieri, proprietari dell’opera.

Maria Carola Leone
Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.