Irena Sendler: giusta fra le nazioni

Irena Sendler. infermiera polacca giusta fra le nazioni. Ha salvato 2.500 bambini ebrei dal ghetto di Varsavia

Irena Sendler è giusta fra le nazioni dopo aver speso una vita, lunga 98 anni, tra aiuto ai bisognosi, coraggio e coerenza.

Non si può riassumere diversamente la vita di Irena Sendler, infermiera polacca nata a Varsavia nel 1910 e scomparsa nella stessa città nel 2008.

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La famiglia plasma il futuro di Irena Sendler

Cresciuta in una famiglia cattolica e di tradizione socialista, il suo nome da nubile è Irena Krzyżanowska e la vocazione ad aiutare gli altri, le viene dal padre medico che muore nel 1917, mentre assiste malati di tifo che alcuni suoi colleghi si erano rifiutati di curare.

Molti di loro sono ebrei e la comunità offre un sussidio alla famiglia di Irena in segno di gratitudine per farla studiare.

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La vicinanza al mondo ebraico fin da piccolissima

La piccola Irena frequenta i coetanei ebrei dalla nascita e a 5 anni sa già parlare yiddish.

Da ragazza milita nell’associazione della Gioventù Polacca e nel partito socialista, denuncia la discriminazione degli studenti ebrei in Polonia durante gli anni dell’università, subendo ritorsioni disciplinari.

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L’esperienza della guerra porta Irena a schierarsi in prima persona

Nel settembre 1939, l’esercito tedesco occupa la Polonia in sole tre settimane, Irena Sendler ha già esperienza come assistente sociale in varie città polacche e torna a Varsavia.

Nel ghetto della capitale polacca si trovano 400.000 ebrei in condizioni igieniche gravi. Mancano cibo e medicine, i nazisti li vessano in ogni modo, scoppiano epidemie e la mortalità è molto alta.

Irena non si scoraggia e ottiene un lasciapassare come infermiera. Organizza un sistema di soccorso per distribuire alimenti, farmaci e vestiti. Porta la stella di David come sostegno agli ebrei.

Il passaggio attivo alla resistenza

Nel 1942 Irena compie il salto di qualità. Diventa membro del consiglio per l’Aiuto agli Ebrei (Zegota), un’organizzazione segreta di resistenza, in cui milita con il nome in codice di Jolanta.

I tedeschi accelerano i loro piano per l’annientamento progressivo del ghetto e Irena comincia a nascondere i bambini ebrei in ambulanza e a trasferirli.

Ogni espediente è utile, da un camion usato per riparazioni idrauliche come mezzo di fuga, all’impiego di una cane addestrato per abbaiare e coprire il pianto dei piccoli, fino ad addormentarli e farli passare sotto il naso della Gestapo chiusi in un sacco come fossero morti di tifo.

Una volta in salvo, sono accolti da centri di assistenza, famiglie, orfanotrofi e conventi.

L’arresto e le torture di Irena Sendler

La fortuna s’interrompe il 20 ottobre 1943. Irena non riesce a sfuggire all’arresto, la torturano per tre mesi, rendendola invalida alle gambe, ma lei non parla.

Trasferita nel carcere di Pawiak in attesa di fucilazione, si salva per l’intervento di un generale tedesco corrotto da Zegota con una grossa somma.

I documenti sono falsificati, Irena risulta fucilata ma non può più entrare nel ghetto. Vive in clandestinità ma continua a coordinare il salvataggio di bambini.

Si calcola ne abbia strappato alle grinfie della Gestapo circa 2.500 e opera anche come infermiera sotto falso nome durante l’insurrezione di Varsavia.

Le peripezie dopo la guerra

Dal 1945, Irena Sendler crea centri di aiuto sociale, orfanotrofi e di assistenza per madri e bambini ma neppure il nuovo regime comunista la lascia in pace.

Sospettata di nascondere membri dell’esercito partigiano polacco, nel 1949 è arrestata, torturata e incarcerata.

Dopo una ventennale militanza nel partito Operaio Unificato Polacco, ne esce nel 1968 per protestare contro le repressioni comuniste a danno di studenti, intellettuali ed ebrei, vittime dell’ennesima campagna antisemita. Nel 1980 aderisce al sindacato Solidarnosc.

Riconoscimenti dedicati a Irena Sendler

Irena Sendler ha ottenuto i seguenti riconoscimenti:

  • Medaglia di Giusto fra le Nazioni dell’istituto Yad Vashem nel 1965
  • Cittadinanza onoraria di Israele nel 1991
  • Ordine dell’Aquila bianca, la più alta onorificenza polacca, nel 2003
  • Premio Irena Sendler nel 2006 creato dai figli dell’Olocausto
  • Film “I figli di Irena Sendler” nel 2009 interpretato dal premio Oscar Anna Pasquin

Determinazione e modestia

Nella lettera al parlamento polacco del 2007, che l’ha proclamata eroe nazionale, Irena ha scritto che ogni bambino salvato con il suo aiuto era la giustificazione della sua esistenza su questa terra e non un titolo di gloria.

Irena Sendler è morta a Varsavia il 12 maggio 2008.