La Festa della Liberazione Apparente e del Non-lavoro

Le feste del 25 aprile e del 1° maggio stanno arrivando. Celebrare la Festa della Liberazione non rende liberi. Celebrare il lavoro purtroppo non te lo dà.

Domani, 25 aprile 2020, saranno passati 75 anni esatti dalla liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Venerdì prossimo, 1° maggio, verrà invece celebrata la Festa del Lavoro per ricordare tutte le lotte di conquista dei diritti dei lavoratori. Sono tutti anniversari bellissimi, gloriosi e indelebili, ma c’è un grande problema di fondo: sono solo parole. Celebrare la “Festa della Liberazione” non rende liberi. Celebrare il lavoro purtroppo non te lo dà.

La Festa della Repubblica non ripulisce l’immagine dello Stato. Il 4 novembre gli italiani non si sentono tutti fratelli. La Giornata della Felicità non rende più felici, anzi. La Giornata dell’Amicizia non rafforza o recupera vecchi affetti e tanto meno ne crea di nuovi.

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La Festa della Liberazione Apparente:

Il 25 aprile 1945 viene puntualmente rubato alla memoria e sporcato da qualsiasi partito politico per fare propaganda elettorale o addirittura revisionismo storico. E’ una festa che ha perso appeal con l’andar del tempo. Insieme al fascino, il 25 aprile ha poi smarrito anche credibilità e l’emergenza coronavirus ne rappresenta una chiara dimostrazione: l’Italia non si è mai liberata dalla Germania. In piena crisi economica e sanitaria, Mes o non Mes, l’Italia farà ciò che la Germania le ordina, prenderà ciò che le verrà concesso e rimarrà una colonia tedesca.

Festeggiare la liberazione dal nazifascismo agli arresti domiciliari davanti allo schermo del computer risulta quanto di più ridicolo e triste possa esistere. Una “Festa della Liberazione” senza libertà è il perfetto simbolo di questi tempi. Ciò che invece il 25 aprile non deve perdere e che sempre deve rimanere al centro di tutto è il concetto di “Resistenza”. A dire il vero, la “Resistenza” non è neanche un concetto, rappresenta uno stile di vita. Non appartiene a nessuno, non è legato solamente agli anni della seconda guerra mondiale, è trasversale e va oltre un determinato periodo storico o politico. Resistenza significa dignità, passione, ribellione e soprattutto significa vivere.

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La Festa del Non-lavoro:

Celebrare il lavoro solo per vezzo con la disoccupazione fuori controllo è semplicemente nauseante. Per poi non parlare di quella giovanile, che è al 30% (!). A causa dell’epidemia, tra l’altro la situazione continuerà a peggiorare. La forbice delle disuguaglianze economiche e sociali tra ricchi e poveri sarà sempre più larga. In prospettiva, il futuro sarà ancora più grigio del presente, che già fa vomitare. Aiuto.