Niccolò Machiavelli una delle più importanti personalità del panorama letterario italiano. Filosofo, storico e statista, il suo pensiero è stato fondamento della politica e dell’organizzazione giuridica.
Brevi cenni biografici
Niccolò Machiavelli nasce a firenze il 3 maggio 1469. Già dalla tenera età predilige lo studio della letteratura classica. Alla caduta di Girolamo Savonarola, esordisce al governo della repubblica fiorentina dando inizio alla sua carriera: inizialmente, Machiavelli, diventa segretario della seconda cancelleria, in seguito, gli furono affidate mansioni diplomatiche fra la Francia, la Santa Sede e la Germania che gli permisero di affinare il suo pensiero e sviluppare quella scienza politica che, per Machiavelli, pone l’uomo verso l’emancipazione a discapito dei potenti che stanno ai vertici delle organizzazioni giuridiche e dei sistemi politici.
Le mansioni diplomatiche svolte in territorio italiano, danno a Machiavelli l’opportunità di analizzare e maturare quelle idee che saranno la base del suo intero sistema di pensiero.Attraverso le missioni diplomatiche, infatti, Machiavelli può osservare da vicino ogni governo ed ogni indirizzo politico, oltre alle differenze che ne conseguono; un’ottima opportunità gli si presenta quando inizia a lavorare per Cesare Borgia. In questa occasione, Machiavelli, dimostra interesse sul modo di operare del tiranno e sulle sue mosse politiche in quanto da poco era riuscito a creare un dominio personale su Urbino.
Attraverso queste esperienze vissute in prima persona, in ogni sua opera descriverà la politica in maniera dettagliata spesso mettendola a confronto con esempi tratti da altri contesti storici, in particolar modo analizzando e confrontando la sua situazione politica all’epoca romana. Machiavelli stesso ebbe l’opportunità di operare come politico in prima persona, non riscontrando però, molta fortuna.Nel 1500, comprende che i militari stranieri erano molto più deboli degli italiani. Avendo il compito di organizzare la difesa militare di Firenze, organizza una milizia popolare che fallisce contro la fanteria spagnola a Prato, nel 1512.
Dopo la fine della Repubblica di Firenze, i Medici riescono a recuperare il potere sulla città, con l’aiuto della Santa Sede e Machiavelli, viene licenziato. In seguito ad un complotto fallito nel 1513, viene arrestato. Poco dopo l’elezione di Papa Leone X, appartenente alla famiglia dei Medici, gli viene concessa la libertà. Si ritira in esilio volontario nelle sue proprietà cercando di accaparrarsi la stima dei nuovi sovrani, non riuscendoci. Niccolò Machiavelli Muore il 21 giugno 1527.
Machiavelli: pensiero e teoria
La dottrina di Machiavelli si basa, principalmente, sull’emancipazione dell’uomo a discapito di chi è al potere. Questo pensiero deriva dal fatto che Machiavelli affianca da un lato, il concetto di Fortuna che regge ogni umana cosa, e dall’altro asserisce che l’uomo grazie alla sua intelligenza è il Creatore della Storia. In più al concetto della autorità superiori che sono naturalmente predisposte a mantenere l’ordine, sostituisce un modo di approcciarsi che considera la realtà nella sua ”verità”.
Secondo Machiavelli, al posto delle regole astratte che vengono raggruppate sotto il nome di ”morale” e che spesso non sono osservate dagli individui, si devono costituire delle regole che abbiano a che fare con la pratica politica quotidiana. La morale per Niccolò Machiavelli è solo quella religiosa e nulla deve aver a che fare con l’organizzazione politica. A questo proposito sostituisce al concetto di Feudo la visione di Stato, creando un’organizzazione istituzionale del tutto moderna per il suo tempo: uno Stato per dirsi tale deve essere rigorosamente separato dal potere religioso.
Le analisi di Machiavelli partono da un’attenta e dettagliata descrizione della realtà. Ciononostante lo scrittore presenta quello che scrive privo da ogni pregiudizio. La realtà dei fatti influisce sia sul povero che sull’aristocratico, sia dal punto di vista privato, quindi come ”uomo”, che da quello politico. Per cui, secondo la teoria di Machiavelli la realtà si presenta in un duplice aspetto: attraverso la quotidianità e la normalità dello scorrere delle esistenze ed attraverso i modi politici di governare, più difficoltosi da comprendere.
”Il Principe” e ”La Mandragola”
L’opera più famosa di Machiavelli è senza dubbio ”Il Principe”, in cui analizza una serie di principati ed eserciti cercando di delineare le qualità idonee a un principe per conquistare uno stato, conservare il suo potere, ed ottenere rispetto dai sudditi. Grazie alla sua esperienza diplomatica tratteggia la figura del governante ideale, in grado di supportare uno stato forte e reggere sia agli attacchi esterni che agli stessi sudditi, senza farsi influenzare dalla morale ma considerando solo la realtà delle valutazioni politiche.
La convinzione di base di Machiavelli è, oltretutto, che sia meglio essere un governante temuto piuttosto che amato. Un principe ideale dovrebbe essere vincolato solo al potere, interessandosi, quindi, alle azioni che conducono ad una politica di successo, prendendo esempio dalla storia e superando gli imprevisti che la Fortuna pone in gioco. Un’altra opera famosa è la celeberrima commedia ”La Mandragola”, una potente satira contro la corruzione in cui Machiavelli critica con ironia la società italiana del tempo.
Curiosità
Spesso si sente parlare di ”machiavellismo”, aggettivo abbinato spesso alla personalità ed agli scritti di Niccolò Machiavelli. Questo aggettivo intende un mezzo o una tattica che tenta di ingrandire il proprio potere o prestigio senza dare peso alla morale. Derivante da questa asserzione la celebre frase: ”il fine giustifica i mezzi”, attribuita erroneamente a Machiavelli, ma che, tuttavia, pare non avesse mai pronunciato.