Salvini sorprende? Il retroscena scatenante

Matteo Salvini spariglia le carte per snidare i 5Stelle. Ecco il retroscena.

Matteo Salvini sorprende? Ecco il retroscena scatenante il sì del “capitano” al taglio dei parlamentari.

Sono da poco passate le 18:00 di ieri sera quando il leader leghista spariglia le carte in Senato e Quotidian Post ha pubblicato le fasi della serata convulsa.

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Il ministro dell’interno raccoglie la sfida lanciata da Luigi Di Maio con un’acrobazia sul filo del rasoio.

Accordo per una veloce approvazione del taglio di 345 parlamentari già la settimana prossima in Parlamento e subito dopo tutti al voto.

Salvini sorprende? Il retroscena scatenante. Il taglio lampo dei parlamentari provoca sorpresa

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Il primo a saltare sulla sedia è stato, secondo indiscrezioni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Come si fa a tagliare i parlamentari senza modificare le norme costituzionali, riorganizzare i collegi elettorali e affrontare un probabile referendum in pochi mesi?

In assenza di questi interventi normativi, l’Italia si troverebbe davanti a una riforma sterile che non potrebbe entrare in vigore prima del 2024.

Il semplice voto in aula avvierebbe infatti la riforma che resterebbe però congelata e, nei prossimi 5 anni, avremmo ancora 630 deputati e 315 senatori.

Salvini sorprende? Il retroscena scatenante per snidare il Movimento 5Stelle

Si tratta di una strategia politica di Salvini per snidare gli ex alleati 5Stelle che hanno fatto della riduzione dei parlamentari la loro attuale bandiera.

Luigi Di Maio contava sul rifiuto della Lega da rinfacciare in campagna elettorale, ma Salvini ha corso il rischio giocando d’anticipo.

Il suo obiettivo è dimostrare che la riforma è un alibi utile agli avversari per tirarla alle lunghe, sperando di riorganizzarsi e logorare la Lega.

L’apertura a sorpresa di Salvini ha provocato un breve ma imbarazzante silenzio, specie tra pentastellati e l’ala renziana del partito Democratico, che confermerebbe quest’interpretazione.

La strategia di Salvini si arricchisce di un interessante retroscena

Il quotidiano Libero punta sul retroscena che è alla base del cambio di strategia di Salvini.

In effetti, la mossa ha spiazzato perché ci si aspettava le dimissioni dei ministri leghisti per mettere Giuseppe Conte davanti al fatto compiuto, prima del voto di fiducia.

La nuova strategia punta a indebolire l’asse tra 5Stelle e Pd renziano

Il quotidiano diretto da Pietro Senaldi parte dalle fibrillazioni nel partito Democratico che precedono la mossa a sorpresa di Salvini.

Matteo Renzi ha ripreso il centro della scena, con una conferenza stampa a reti unificate prima del dibattito in Senato, quasi fosse il segretario del partito.

Renzi non fa mistero di volersi riavvicinare ai 5Stelle dopo essersi scontrato per anni con Di Maio e soci.

Non è un caso che cresca la tensione tra Renzi e il segretario del Pd Nicola Zingaretti, nonostante le dichiarazioni distensive in pubblico.

Libero ricostruisce le contromosse di Salvini come segue:

  • Spezzare l’asse tra 5Stelle e Pd
  • Riavvicinarsi a Di Maio quel tanto che basta per indurre Conte a dimettersi prima del dibattito in Senato
  • Il congelamento delle dimissioni dei ministri e la mano tesa sul taglio blitz dei parlamentari metterebbe Salvini in posizione di forza spiazzando i pentastellati
  • Secondo alcuni leghisti, il taglio immediato dei parlamentari concederebbe un tempo tecnico di tre mesi per l’entrata in vigore prima del voto di fine ottobre
  • La mossa punta a disorientare anche il Pd già lacerato al suo interno
  • Non è un mistero che Zingaretti punti alle elezioni, facendo sponda a Salvini, per decidere le candidature e avere una rappresentanza parlamentare molto meno renziana.

Il cambio di strategia leghista imprime un’accelerazione alla crisi?

Salvini punta sull’ultima votazione per il taglio dei parlamentari prevista il 22 agosto.

Secondo i leghisti intervistati da Libero, la scelta non è casuale e la tabella di marcia lo dimostra.

Il 20 agosto Giuseppe Conte farà le sue comunicazioni in Senato e il giorno dopo alla Camera.

Se i 5Stelle dovessero accettare la votazione lampo sulla riduzione dei parlamentari il 22 agosto, per non perdere la faccia, sarebbero costretti a fare pressione su Conte.

Il premier dovrebbe dimettersi prima di presentarsi a palazzo Madama, quindi ora il cerino è in mano a Di Maio, come Salvini voleva.

Unico ostacolo per Salvini è la trattativa tra 5Stelle, Pd e Leu per una maggioranza alternativa di sinistra.

Le dimissioni di  Conte potrebbe rivelarsi solo uno stratagemma per restare in lizza, con la speranza del reincarico.

Le nuove tappe della strategia di Matteo Salvini

Il leader della Lega conferma la stima verso Sergio Mattarella, non teme trappole e conferma la sfiducia al premier.

Nel frattempo, il riavvicinamento tra Salvini e gli altri partiti del centro-destra prosegue senza clamore.

Uno dei possibili alleati è il presidente della regione Liguria Giovanni Toti che Salvini incontra oggi a Genova per la commemorazione a un anno dal crollo del ponte Morandi.

Toti ha creato il suo movimento “Cambiamo” traendo esperienza dalla lista “arancione” che ha raccolto molti consensi alle elezioni regionali.

Giorgia Meloni, Toti e Salvini non hanno mai interrotto i contatti, mentre con Forza Italia ci sono più problemi.

Silvio Berlusconi avanza richieste molto dettagliate per stringere un’alleanza politica che Salvini non sembra intenzionato ad accogliere per intero.

Il vertice a palazzo Grazioli è stato rinviato, considerando che Il “capitano” affronta in questi giorni le priorità parlamentari e affila le armi per lo scontro decisivo.

Il rischio è alto e l’esito incerto ma, di sicuro, la prossima settimana si annuncia incandescente.


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