Sava – Lutto cittadino; ai funerali della famiglia massacrata anche il bimbo (Foto)

In chiesa anche il bimbo di 11 anni sopravvissuto alla strage, perché al doposcuola

Il corteo funebre della famiglia savese sterminata dal Carabiniere, in chiesa anche il bimbo  di 11 anni sopravvissuto alla strage

Si è svolto ieri mattina, domenica 26 novembre, dopo la Santa Messa celebrata da S.E. Vincenzo Pisanello Vescovo di Oria e coadiuvato da Don Fernando Mancini parroco della Chiesa Madre di Sava, la funzione religiosa per dare l’ultimo salute alla famiglia savese sterminata dal folle gesto del Carabiniere del loco (in servizio a Manduria).

La chiesa era gremita da tantissimi cittadini commossi per la tragedia avvenuta sabato scorso 17 novembre.

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Un intero paese in lutto per dare l’estremo saluto, tra lacrime e silenzi, ai loro concittadini passati a miglior vita

I tre feretri prima di essere trasferiti al cimitero (stamani ove saranno tumulti) hanno attraversato la Piazza tra gli applausi dei presenti che seguivano, con lo sguardo, il loro passaggio, mentre venivano portati a spalla davanti alla loro abitazione per le solenni esequie.

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Il corteo funebre

Al corteo funebre, hanno preso parte, oltre ai parenti dei defunti, anche uno dei figli del Carabiniere (autore della ferale vicenda), la massima assise cittadina, Dario Iaia, con la partecipazione della giunta, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Sava e il Comandante dei Carabinieri della Tenenza di Manduria (ove era in servizio l’autore del folle il gesto) insieme a tanti altri militari dell’Arma.

La vicenda

Rammentiamo che il militare, attualmente piantonato in stato di arresto al Policlinico di Bari, ha ammazzato suo padre Damiano, di 85 anni, sua sorella Pasana (detta Nella) di 50 e suo cognato Salvatore Bisci (detto Toruccio) di 69, prima di tentare il suicidio sparandosi al mento con la pistola d’ordinanza.

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Il motivo che avrebbe indotto Pesare, il Carabiniere, a compiere quell’insano gesto

Pesare – il Carabiniere – avrebbe compiuto la strage per dissidi con il cognato; per la precisione, per delle incomprensioni relative ai proventi della vendita dell’olio avuta dopo la raccolta di olive di un terreno che, stando a quanto si apprende, era di proprietà di Damiano, ovvero il padre del suddetto.

I due, infatti, gestivano il tutto in società.

Inoltre, ci appare doveroso riportare le riflessioni di un conterraneo che conosceva la famiglia e l’autore del folle e insano gesto..

Una dettagliata descrizione che abbiamo voluto riassumere in un breve commento:

Famiglia modesta, figlia di quel sud che ha portato i calli alle mani, dovuti all’impugnazione della zappa, per diversi decenni – la prima descrizione alla quale seguita una riflessione che, molto probabilmente, accomuna all’unisono tutti i savesi –

Ai giorni nostri la tragedia. Una strage, supportata da una assurda avidità. Inspiegabile. Innaturale. Illogica. Sul selciato tre vite cancellate. Un omicida che non avrà più la sua vita.

Una famiglia segnata da un fatto così crudele.

E su tutto, un’altra famiglia quasi cancellata. Resta il piccolo Alessandro – il piccolo di 10 anni – con i tanti perché …“.