Scrivo canzoni per mosche e zanzare, il nuovo album di Maurizio Petrelli

Questo album esce a distanza di 5 anni “Scatole di vetro”, il precedente lavoro discografico di Maurizio Petrelli, pubblicato nel 2018.

Il 27 gennaio uscirà “Scrivo canzoni per mosche e zanzare”, il nuovo album del cantautore Maurizio Petrelli. In questo suo ultimo lavoro discografico, Petrelli si allontana gradualmente dagli stili della Big Band e della Jazz Orchestra che avevano contraddistinto i suoi due album precedenti, sapientemente arrangiati da autorevoli esponenti del Jazz italiano come Franco Piana e Vincenzo Presta. Lo fa in favore di uno stile sempre elegante e raffinato, ma più intimista, confermandosi ottimo compositore ed autore di canzoni, nonché valido interprete.

Questo album esce a distanza di 5 anni “Scatole di vetro”, il precedente lavoro discografico di Maurizio Petrelli, pubblicato nel 2018.

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In occasione dell’uscita dell’album lo abbiamo incontrato e ha risposto ad alcune nostre domande:

Ciao Maurizio, piacere di conoscerti e grazie per l’intervista che ci stai concedendo.

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Ciao piacere mio e grazie a te.

Vorrei iniziare col porgerti una domanda che può sembrare banale ma che in realtà non lo è. Chi è Maurizio Petrelli?

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Allora, Maurizio Petrelli è un giovane vecchio che ha iniziato a suonare e fare musica a 7 anni suonando le sedie che avevamo in casa con dei coperchi di legno che si usavano in cucina ed eseguivo “Bandiera Gialla”, la canzone di Gianni Pettenati, ed iniziavo a seguire il ritmo. E poi piano piano da autodidatta ho imparato a suonare la batteria. Poi, crescendo all’età di 10 anni ho iniziato a studiare pianoforte e ho iniziato a sentire di più la musica degli anni ’70. Poi, crescendo mi sono spostato sulla musica di diverso tipo. Quindi fino alla fine degli anni ’70 ho suonato la batteria e cantavo. Nel 1980 ho acquistato un pianoforte e ho iniziato a suonare quindi anche il pianoforte e a cantare perché era molto più facile. Mi innamorai del disco di Lucio Dalla “Come è profondo il mare” e quella è stata la svolta perché ho iniziato a sentire altro. Poi, mi sono iscritto all’università, mi sono laureato in Farmacia e ho fatto anche il farmacista ma la musica è stata la mia seconda attività in un certo senso. Nella mia vita ho fatto un po’ di tutto anche l’intrattenitore sulle navi. Nel 2012/13 ho deciso di aprire il mio cassetto personale e così ho pubblicato il mio primo disco dal titolo “Amori ed altre storie (Divagazioni di un alchimista)”. Due anni dopo, forte di questa esperienza, è uscito “Scatole di vetro”. E poi dopo il fermo biologico del lockdown ora uscirà il nuovo album “Scrivo canzoni per mosche e zanzare”.

Il 27 gennaio uscirà il tuo nuovo disco “Scrivo canzoni per mosche e zanzare” che conterrà 8 brani inediti scritti da te e due cover. In questo album hai scelto di allontanarti dagli stili che avevano contraddistinto i tuoi precedenti album in favore di uno stile più intimista. Come mai questa scelta? E come nasce questo album?

È ovviamente un titolo ironico. Da una parte c’è l’amara considerazione che le canzoni che scrivo ed il mondo musicale a cui mi riferisco (quello del jazz orchestrale e dello swing) fatichino oltremisura a trovare spazio. Dall’altra, sono convinto che ci sia un pubblico a cui questa musica piace, ma che sia molto complicato entrare in contatto con quell’audience. Da qui il titolo. I brani precedenti, come molti avranno notato, erano arrangiati in un modo più orchestrale in quanto tutto era poggiato sui fiati. Poi, ho sentito ad un certo punto la necessità di mettere un’altra cornice a queste mie canzoni e vedere con quest’altra cornice che effetto avrebbero fatto. Quindi arrangiamenti più moderni, senza fiati. Mi sono voluto staccare, diciamo così, da un arrangiamento tradizionale ma la sostanza dei testi, delle tematiche e le armonizzazioni, grosso modo, seguono sempre quel fil rouge iniziato nel 2014. Ho voluto semplicemente dare dei colori diversi, tutto qui.

Quali saranno ora i tuoi progetti futuri?

Tra i miei progetti futuri ci sarà sicuramente quello di far ascoltare il disco ovunque sarà possibile. Io domenica prossima debutterò ufficialmente a Galatina al Teatro “Cavallino Bianco” con tutta la band più un ospite e lì presenteremo cinque pezzi del nuovo disco, 5 pezzi del penultimo disco e 5 pezzi del primo. Faremo quindi una sorta di breve storia musicale al fine di far comprendere al pubblico cosa mi ha portato a scrivere le mie canzoni. In parole povere una mia evoluzione in questi dieci anni.

Vuoi salutare e ringraziare qualcuno?

Vorrei salutare e ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato a realizzare questo disco e tutti coloro che lo ascolteranno e apprezzeranno la mia musica.

Grazie mille e un grosso in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti futuri.

Grazie a te.