“L’Ultimo Risorgimento”, l’ultima storia di Santo Lombino

Settembre 1866: la Rivolta dei Sette e Mezzo

quando un’insurrezione popolare sconvolse la città di Palermo nel 1866.

Giovedì 28 febbraio a Palermo sarà presentato il libro di Autori Vari “L’ultimo Risorgimento. Settembre 1866: la rivolta del Sette e Mezzo” curato da Santo Lombino e A. Maggi. Interverranno Claudio Paterno, Nicola Zito e Santo Lombino presso il Circolo del Banco di Sicilia.

Chi è Santo Lombino?

Santo Lombino è uno degli intellettuali più raffinati della Sicilia contemporanea, ex docente di storia e filosofia nei licei palermitani. Da diversi anni si occupa di letteratura e storia dell’emigrazione, memorie autobiografiche, storia e didattica della storia ed ha insegnato presso la Facoltà di “Lettere e Filosofia” dell’Università degli studi di Palermo.

in foto Santo Lombino (2017)

Ha “scoperto” e valorizzato Tommaso Bordonaro, autore del volume “La spartenza” (Einaudi, 1991) primo classificato al “Premio Pieve-Banca Toscana”, curando il libro e con altri la trascrizione teatrale per l’atto unico “La spartenza. Bianca campagna, nivura simenza” per le Orestiadi di Gibellina del 2005.

Ha scritto il volume “Cercare un altro  mondo” (2002), sulla storia dell’emigrazione siciliana in America. E’ autore anche di alcuni volumi considerevoli quali “I tempi del luogo” (1986) “Una lunga passione civile” (2003), “Cinque generazioni: il cammino di una comunità” (2007).

Ha curato la trascrizione e/o la pubblicazione di diversi scritti  autobiografici. Ha collaborato al volume collettivo “Paesaggi della memoria. La provincia raccontata” (2004), tradotto in inglese col titolo “Landscapes of memory. Provincial tales” con il racconto “Truvatura”.

Ha scritto anche per quotidiani, periodici, siti on-line, emittenti radiofoniche e ha composto testi teatrali, redatto la progettazione e curato mostre etno-antropologiche, fotografiche e documentarie, organizzato convegni e seminari di studio, fatto parte di commissioni giudicatrici di concorsi letterari. Ha fondato e presieduto il “Centro iniziative culturali”(1983-2009).

Collabora ai periodici “Corleone dialogos”, “Orizzonti sicani”, è componente dell’associazione nazionale di ricercatori e insegnanti di storia“Clio ‘92”, dell’Istituto Gramsci siciliano, dell’Istituto nazionale per la storia del Risorgimento, dell’Associazione culturale “Istituzione Francesco Carbone”, della “Rete italiana di cultura popolare”.

Il Museo delle Spartenze e le memorie

Lombino si è impegnato fortemente anche per la creazione del Museo delle Spartenze, il primo in Sicilia.

E’ una istituzione del Comune di Villafrati voluta dalla Giunta municipale nel 2015 e regolamentata dal Consiglio Comunale nel 2016, in seguito alla mostra Sicilian crossings and derived communities (Traversate siciliane e comunità derivate) organizzata a Palazzo Filangeri dalla “Rete dei Musei siciliani dell’emigrazione“.

Il Museo vuole offrire la documentazione dell’esperienza migratoria che ha coinvolto la provincia di Palermo ed in particolare le popolazioni dei centri abitati compresi nell‘area geografico-culturale dominata dalla Rocca Busambra: Baucina, Bolognetta, Campofelice di Fitalia Cefalà Diana, Ciminna, Corleone, Godrano, Marineo, Mezzojuso, Prizzi, Vicari,Ventimiglia di Sicilia, Villafrati.

La struttura promuove la conservazione della memoria storica e la conoscenza critica del fenomeno migratorio, favorisce la riflessione sulle sue cause e conseguenze, sui legami con le comunità degli emigrati; approfondisce il ruolo svolto dalle donne nelle diverse fasi dell’esodo migratorio; stimola un confronto tra la mobilità umana del passato e quella contemporanea.

Lungo il percorso espositivo è possibile osservare donazioni temporanee o permanenti di documenti, foto, oggetti, filmati effettuate dai cittadini e si avvale della partecipazione attiva di volontari, associazioni e scuole del territorio.

L’Ultimo Risorgimento, la rivolta dei “Sette e Mezzo”

Sulla scorta di quanto emerso dal convegno di studi storici “L’ultimo Risorgimento. A 150 anni dalla rivolta del Sette e Mezzo” tenutosi il 27 novembre 2016 a Bolognetta (Palermo), questo volume intende ricostruire il contesto sociale e politico dell’insurrezione e favorire la riflessione sul suo rapporto con la lunga serie dei moti ottocenteschi e con i successivi sviluppi che portarono alla nascita dei “Fasci dei lavoratori”.

Una breve sinossi  del volume

Nel settembre 1866 una insurrezione popolare sconvolse la città di Palermo e i comuni del suo hinterland, colpendo i centri del potere amministrativo, politico e militare. Le modalità di svolgimento furono assai simili a quelle dei moti anti-borbonici dei decenni precedenti e molti capisquadra erano gli stessi che nel 1860 avevano portato alla vittoria la spedizione dei Mille. In questo caso, però, la controparte era costituita dal neonato Regno d’Italia a guida sabauda.

Gli osservatori di parte governativa attribuirono la rivolta del “Sette e Mezzo” ad un “episodio di delinquenza collettiva”, mentre la Commissione parlamentare d’inchiesta e la maggior parte degli storici hanno sottolineato la crisi di fiducia tra governati e governanti, la leva obbligatoria, i rastrellamenti militari per catturare disertori e renitenti, la soppressione delle corporazioni religiose e l’incameramento dei loro beni, la gestione dell’ordine pubblico che confondeva delinquenza comune e opposizione politica.

In una società ad alto livello di “democratizzazione della violenza”, il moto popolare fu preparato da un gruppo di repubblicani radicali in rotta con i moderati e con Mazzini, guidato prima dal generale garibaldino Corrao e poi da Giuseppe Badia, cui diedero manforte esponenti clericali e filo-borbonici in cerca di rivincita.

Il carattere ibrido della direzione politica, il mancato collegamento col resto dell’Isola e l’approdo in città di 40.000 soldati con fucili e cannoni, facilitarono l’azione repressiva guidata dal generale Raffaele Cadorna, con la dichiarazione dello stato d’assedio, arresti di massa e tribunali speciali.

 

Maria Carola Leone
Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.