V-Day: “il vaccino rimane l’opzione più concreta” afferma il Professor Crisanti

Il Professor Crisanti sull'excursus della gestione dell'emergenza fino al V-Day

Oggi è l’alba di un nuovo inizio, parafrasando in termini di speranza di rinascita in linea con il V-Day. Il giorno del vaccino che unisce tutta l’Europa nella lotta al Covid-19. I primi vaccini raggiungono anche il Bel Paese che in questo clima di emergenza si è visto più volte al collasso. Ora il vaccino rappresenta quel bagliore di luce nel buio di queste giornate che si susseguono a mo’ di repetita tra lockdown e timori frequenti. Ci si è avvalsi della collaborazione del Professor Crisanti per fare il punto della situazione.

Chi è Andrea Crisanti

Classe 1954. Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova e Docente di Microbiologia dell’ateneo universitario. In più il Professor Crisanti è riconosciuto per “specifiche competenze nell’ ambito della genetica delle popolazioni e le tecniche di gene drive, fondamentali per operare nella profilassi della Malaria ma ovviamente espandibili a svariati aspetti della ricerca biomedica”. In una precedente intervista del Dottor Ursini si legge la soddisfazione per il lavoro sulla pandemia, “coordinato dal prof Crisanti e integrato da una squadra internazionale di collaboratori…immediatamente pubblicato da Nature e costituisce un modello operativo tra i più riconosciuti con cui oggi a livello globale si cerca di arginare la pandemia”.

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INTERVISTA PROFESSOR CRISANTI

Resoconto della gestione dell’emergenza Covid da Marzo ad oggi

R- “Credo che nella prima fase ci sia stata una risposta improntata su una mancanza di esperienza che a sua volta ha preso alla sprovvista un po’ tutti. Seppur ci siano stati segnali di allarme a suo tempo trascurati, nello specifico durante la fase prima dell’epidemia ovvero dal 5 gennaio in poi in cui l’OMS segnalava 40 casi d’infezione di origine virale sconosciuta. Di fatto l’Italia non ha agito, laddove invece poteva fare molto poiché c’erano dei dispositivi già codificati e inquadrati dal punto di vista legislativo che non sono stati attivati”.

Perché nuovamente si rischia di andare incontro ad un’ulteriore ondata?

R – “Perché non abbiamo disposto nessuna misura, nessuna strategia per interrompere le catene di contagio. Si potrebbe ipotizzare una situazione simile alla fase iniziale di Marzo. L’unica capacità di controllo a nostra disposizione sono le misure restrittive. Pertanto il vaccino rimane l’opzione più concreta di uscita da questa situazione“.

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Il vaccino avrà la sua efficacia limitata nel tempo? La domanda sottintende anche la copertura del vaccino dinnanzi ad altre varianti previste dallo scatenarsi degli altri ceppi.

R – “L’impatto di una variante dev’esser valutato sulla base di due fattori: la pressione selettiva del virus e la capacità di adattamento del virus. Fattori che determinano o meno la prevalenza di una variante. Ergo la pressione selettiva e la selezione naturale. Consideriamo la variante inglese che sembra infettare i giovani. Un virus non infetta in maniera transitoria le persone e nella fascia di trasmissione funziona a mo’ di collo di bottiglia. Similare sarà il susseguirsi del virus durante la somministrazione del vaccino. Ritengo che quest’ultimo debba esser somministrato in tempi rapidissimi e possibilmente anche effettuando un lockdown per diminuire la trasmissione virale perché chiaramente le mutazioni avvengono con la replicazione del virus quindi con la trasmissione. Sicuramente il vaccino determinerà una pressione selettiva del virus. Per scongiurare l’insorgenza di varianti resistenti al vaccino non bisogna protrarre per lungo tempo la somministrazione del vaccino. È una questione di probabilità. Pertanto bisogna essere celeri nel dispensare il vaccino in vista del blocco della trasmissione. Tralaltro la biologia insegna che nulla ha senso se non sia spiegabile in termini di pressione selettiva e selezione naturale“.

Ci fornisce dettagli in merito alla composizione del vaccino?

R – “Il vaccino somministrato è a base mRNA. La differenza tra il vaccino Pfizer e quello Moderna è che quest’ultimo essendo dotato di stabilizzatore non necessita di refrigerazione elevata. Per l’appunto, il vaccino Biontech-Pfizer è il vaccino che verrà somministrato oggi in tutta l’Europa in occasione del V-Day. Un’evidente manifestazione di solidarietà e volontà politica dell’Europa di trovare una via comune all’uscita dal virus. Il vaccino sarà somministrato perlomeno in due dosi: oggi la prima dose, tra circa 4 settimane la seconda dose“.

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Si ringrazia il Professor Andrea Crisanti per l’intervista e per aver concluso dichiarandosi “speranzoso” nella riuscita della lotta al COVID-19.