Il successo della più grande opera di Leonardo da Vinci, il Cenacolo, rivisto attraverso le copie realizzate in seguito da numerosi artisti con le tecniche più varie, in particolare l’incisione e la fotografia: questo intende esporre la mostra “Archeologia del Cenacolo. Ricostruzione e diffusione dell’icona leonardesca: disegni, incisioni e fotografie”, allestita in occasione del quinto centenario della morte di Leonardo, presso il Castello Sforzesco, nelle sale dell’antico Ospedale Spagnolo.
L’esposizione, che resterà aperta fino al 25 giugno, ricostruisce le origini del Cenacolo e del suo “mito”: l’opera fu presto rappresentata in numerosi dipinti di tutte le dimensioni e riproduzioni seriali mediante la stampa, così si diffuse la sua immagine divenendo un autentica effige rappresentativa di uno dei momenti più significativi della vita di Cristo: l’Ultima Cena coi suoi apostoli.
Il tempo, per questa opera mirabile,tuttavia, fu un nemico implacabile: nel 1700 non si riusciva più a vedere a causa dei danni accumulatisi in quei secoli e degli interventi successivi. Nel 1800 dominavano le tecniche dell’incisione, seguita dalla fotografia, ma nel Novecento prevalse la seconda, rivelandosi di grande importanza nel porre in rilievo le condizioni del dipinto e i numerosi restauri a cui fu sottoposto.
Con l’Expo 2015 il Cenacolo fu scelto come una delle opere più importanti e rappresentative dell’arte per Milano.
Il quinto centenario della morte di Leonardo si celebrerà nel 2019 con numerosi eventi artistici e culturali. Per aiutare a vedere la mostra vengono organizzate visite guidate.
Grazia Paganuzzi