Chi era Fryderyk Chopin?

Alla scoperta dell'uomo e della sua tragica vita

Il 22 febbraio del prossimo anno festeggerà i 210 dalla nascita di Fryderyk Chopin, forse uno dei più grandi esecutori e compositori per il pianoforte. Amava la musica di Bach, Mozart (interessante ritrovamento in Ungheria di un manoscritto di Mozart) e Bellini e non ebbe mai lodi particolari per i suoi contemporanei Liszt, Berlioz, Mendelssohn e Meyerbeer, pur intrattenendo con loro un rapporto di amicizia.
Divenuto celebre, l’aristocrazia parigina se lo contendeva e lo supplicava che insegnasse la sua arte ai giovani rampolli della buona società. Lui li sceglieva accuratamente e la prima richiesta per gli eletti di quella stretta cerchia era quella di lasciare il denaro sulla mensola del caminetto, appena entrati: gli artisti e i gentiluomini non si sporcano le mani con faccende di denaro.

Un perfetto “Dandy”

Amava frequentare gli ambienti aristocratici e si preoccupava moltissimo che il suo aspetto fosse sempre curato, elegante, alla moda. La figura in generale non era un granché, piuttosto comune ed esile, un pò alla Bellini: non molto alto, magro, con capelli castano chiaro, occhi grigio-azzurri o forse nocciola, naso importante, un fare da perfetto “dandy”. Suonava sfiorando i tasti che “cantavano” come mai prima di lui e questo suo tocco così leggero lo indirizzò ad esibirsi in ambienti raccolti.
Prima di Parigi fu a Vienna e anche qui sbalordì il pubblico. Scriveva alla famiglia: «I giornalisti mi hanno preso a cuore… le mie spie, al pianterreno della casa, dicevano che la gente ballava sulle sedie» quando improvvisava su temi popolari polacchi.

La sua musica: un cannone sepolto dai fiori!

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Dopo l’esordio a 26 anni, con presenti Liszt e Mendelssohn, fece solamente altri tre recital importanti nel grande salone del fabbricante di pianoforti Pleyel e per un pubblico di circa 300 persone molto selezionate. Preferiva i concerti privati nelle dimore lussuose e sovente condivideva questi concerti con Liszt in brani anche a quattro mani. A quel tempo, tra il 1830 e il 1840, Parigi era la capitale europea della cultura e Chopin ne era uno dei personaggi più conosciuti e acclamati. Tutti gli riconoscevano la genialità di un grande compositore ed esecutore. Così disse Schumann della sua musica, per sottolinearne l’innovazione rivoluzionaria: «Un cannone sepolto dai fiori!»

Per entrare nel “giro” che contava, chiese aiuto ad alcuni nobili polacchi che gli presentarono Rothschild e questo fu più che sufficiente per proiettarlo alla ribalta con un esercito di allievi che gli garantivano una vita più che agiata.

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Nel 1835 si recò a Dresda, dove conobbe Schumann. I due divennero immediatamente amici e fu proprio Schumann che lo presentò al mondo quale astro nascente con la recensione assolutamente positiva delle Variazioni sull’aria “Là ci darem la mano“. Con grande soddisfazione, così Chopin scrisse a casa: «Mi sono fatto strada nella migliore società. Ho il mio posto tra ambasciatori, principi, ministri. Non so per quale miracolo sia successo, perché non ho fatto niente per mettermi in vista. Ma oggi tutte queste cose mi sono indispensabili: si vuole che quegli ambienti siano la fonte del buon gusto… Ho cinque lezioni da dare oggi. Penserete che sto guadagnando una fortuna: ma il cabriolet e i guanti bianchi mi costano più di quanto guadagno, e senza queste cose non avrei bon ton… »

L’incontro con George Sand

Fryderyk Chopin
L’unica foto esistente di Fryderyk Chopin

Possedeva tutto ciò che un giovane uomo potesse ambire, compreso uno stuolo di donne dell’alta borghesia che lo desideravano, ma la sua vita cambiò radicalmente quando Liszt gli presentò George Sand, che in verità si chiamava Aurore Dudevant. Di sei anni più anziana di lui, era già una scrittrice conosciuta e oggetto di curiosità e pettegolezzo: i suoi romanzi si scagliavano contro il comune senso del pudore, la morale bigotta e il matrimonio. Non era sicuramente una Venere, bassa e grassoccia, ma sapeva attrarre l’attenzione di tutti con la battuta pronta, arguta e il modo scandaloso di porsi: per un certo periodo si vestì da uomo ed entrava nei salotti fumando il sigaro come un qualsiasi gentiluomo. Il pettegolezzo, le battute al veleno si sprecavano, ma molti subivano il suo fascino. Nel bene o nel male, l’attenzione era solo per lei e di questo la Sand ne gioiva. Cambiava amante con la velocità con la quale cambiava l’abito e tra questi vi fu probabilmente anche lo stesso Liszt. Chopin ne fu ammaliato, come tutti, ma pare che a George Sand, in un primo momento, non interessasse quel giovane e delicato sognatore.

L’insorgere della malattia

Il loro amore crebbe lentamente, fino a quando decisero di vivere insieme, trascorrendo l’inverno 1838-39 a Majorca. Doveva essere il coronamento di un sogno d’amore e invece, complice una pioggia insistente e l’umidità della camera dove alloggiavano, Chopin si sentiva perennemente debilitato e moralmente depresso. George Sand s’improvvisò infermiera e lo portò a Marsiglia: la diagnosi dei medici locali era stata infausta. Chopin scrisse ad un amico: «Mi hanno visitato i tre più famosi medici dell’isola. Uno ha annusato quello che ho sputato, il secondo ha picchiato leggermente con le dita dove avevo sputato, il terzo mi ha auscultato mentre sputavo. Il primo ha detto che ero morto, il secondo che stavo morendo, il terzo che sto per morire».

La relazione con George Sand durò fino al 1847 e in questo periodo non si separarono mai. Lei lo curava e vezzeggiava più quale madre che amante e pare che il loro rapporto ben presto si trasformò in platonico, a causa delle condizioni di salute di Chopin, che soffriva anche d’epilessia e, a causa di ciò, d’allucinazioni. Nonostante la fama di donna “dai facili costumi”, non abbiamo notizia che George Sand abbia tradito Chopin e, con la rottura della relazione, fu lei ad uscirne con maggiore dignità.

Il viaggio in Scozia

Il Maestro era già nella fase terminale della sua malattia – tubercolosi – e continuamente sputava sangue. Accolse l’invito di una sua ex allieva – una certa Jane Stirling, zitella, ricchissima e probabilmente innamorata di lui – e si trascinò fino in Scozia. A Parigi era scoppiata la rivoluzione del 1848 e tutti i suoi studenti erano fuggiti, lasciandolo senza entrate e praticamente senza un soldo.
Si esibì in alcuni concerti privati e così scrisse, raccontando un ricevimento in suo onore: «Dopo che ebbi suonato e che altre signore scozzesi ebbero cantato varie liriche, portarono una specie di fisarmonica e lei [la padrona di casa] cominciò a suonare dei motivi orrendi. Ma che cosa potevo aspettarmi? Queste creature mi sembrano pazze … Quelli che conoscono le mie composizioni mi chiedono: ‘ suonatemi il vostro Secondo sospiro [il Notturno in sol]… Adoro le vostre campane “. E ogni commento si conclude con l’osservazione: “Leik Water”, che significa che la musica scorre come acqua. Non ho mai suonato per una inglese senza che mi dicesse: “Leik Water!!”. Si guardano le mani e suonano con molto sentimento le note sbagliate. Che gente bizzarra! Dio ne abbia pietà ».

La fine

Sentendosi ormai alla fine, tornò a Parigi, impossibilitato a suonare e quindi incapace di mantenersi; Chopin sprofondò nella depressione. Jane Stirling gli inviò un dono di 25.000 franchi, in forma anonima; lo raggiunse la sorella da Varsavia per fargli da infermiera e George Sand la implorò di poterlo vedere, prima che fosse troppo tardi. Louise, la sorella, neppure rispose a quella richiesta e quando Chopin spirò, fu Solange, la figlia prediletta di George Sand, ad essergli vicino in quella triste mattina del 17 ottobre 1849.

Massimo Carpegna

Massimo Carpegna
Massimo Carpegnahttp://www.massimocarpegna.com
Docente di Formazione Corale, Composizione Corale e di Musica e Cinema presso il Conservatorio Vecchi Tonelli di Modena e Carpi. Scrittore, collabora con numerose testate con editoriali di cultura, società e politica.