Di Maio: “Chiederemo la presidenza della Camera”

Continuano le trattative per la presidenza dei due rami del Parlamento

Giorni di contatti, indiscrezioni e totonomi. Ormai il conto alla rovescia sta per finire. Il 23 marzo i due rami del Parlamento si riuniranno per la loro prima seduta e per eleggere i loro presidenti. Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, durante la riunione con i deputati, ha chiarito ancora una volta la sua posizione: «Saremo decisivi per l’elezione di entrambi e abbiamo chiesto la presidenza della Camera, perché qui ci sono più vitalizi da tagliare». Il capo politico del M5s non fa quindi nessun passo indietro, forte del grande risultato elettorale, che ha portato all’elezione di ben 227 deputati.

Per Di Maio sarà il presidente della Repubblica a gestire questa fase politica molto delicata ed è molto importante il fatto che «il Quirinale non stia mettendo affatto fretta alle forze politiche». A tenere banco è sempre più la questione delle convergenze. In questi giorni si è parlato di un possibile asse con la Lega per l’elezione dei presidenti delle due Camere. Nomi? Difficile farne qualcuno, soprattutto in questo momento delle trattative. Ciò che pare esser certo è il veto del Movimento Cinque Stelle a candidati condannati o sotto processo.

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Non vi è alcun dubbio sul fatto che la partita più importante sarà quella che si giocherà al Senato. Un nome plausibile potrebbe essere quello della leghista Giulia Buongiorno, che sembra aver scavalcato Roberto Calderoli nelle idee di Matteo Salvini. Alla Camera, viste anche le parole di Di Maio, sembrano spalancarsi le porte a una presidenza pentastellata e il più accreditato potrebbe essere Riccardo Fraccaro. Resta però da chiedersi come si comporteranno il resto della coalizione del centrodestra, soprattutto Forza Italia, e il Partito Democratico. Perché la sfida più importante, al di là di quella dello scranno più alto dei due rami del Parlamento, è e resta quella del governo. E là le carte sono ancora tutte coperte. Forse fin troppo.