Diego Galdino, lo scrittore barista e la sua storia straordinaria

La quotidianità nel mondo romanzato dello scrittore barista

Sono libero di essere quello che sogno di essere” così si descrive Diego Galdino quando pensa al suo essere uno scrittore. Quando lascia che la sua penna dia vita al mondo che tra le pagine dei suoi romanzi ospita una singolare popolazione. Un pittoresco scrittore che descrive l’amore. Il coraggio. La libertà di esprimersi. E non solo!

Dietro l’immagine che ognuno di noi cristallizza nei panni di scrittore, Diego Galdino è lo scrittore barista che raccoglie il consenso dei suoi clienti dinanzi ad un caffè preparato da lui e altresì incanta i suoi lettori facendogli conoscere il suo mondo in uno spazio temporale a metà tra bar e luoghi incantati. Ma la sua peculiarità è talmente spettacolare d’aver raggiunto i cuori di lettori di ogni parte del mondo. Attraverso i suoi romanzi, Galdino ha dimostrato l’universalità dei sentimenti che unisce in maniera univoca.

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Ma chi è Diego Galdino?

Classe 1971. Diego Galdino vive a Roma e ogni mattina si alza mentre la città ancora dorme, per aprire il suo bar dove tutti i giorni saluta i clienti con i caffè più fantasiosi della città. Soprannominato dagli amici del locale il Cinderella della letteratura. Autore di successo internazionale, tradotto nei paesi di lingua tedesca, Serbia, Polonia, nei paesi di lingua spagnola e Bulgaria. Ha esordito con IL PRIMO CAFFÈ DEL MATTINO, di cui sono stati venduti anche i diritti cinematografici in Germania per Letterbox Film Produktion. Lo sceneggiatore sarà Paolo Girelli (già noto per Il paradiso delle signore-Rai).

Altri suoi successi MI ARRIVI COME UN SOGNO, VORREI CHE L’AMORE AVESSE I TUOI OCCHI, TI VEDO PER LA PRIMA VOLTA, L’ULTIMO CAFFÈ DELLA SERA, tutti pubblicati con la casa editrice Sperling & Kupfer. Diego è noto come Il Nicholas Sparks italiano. Inoltre è testimonial del Consorzio per il Caffè Espresso Italiano Tradizionale ed è stato tra i protagonisti del documentario svizzero sul caffè LA PULPA UND DIE BOHNE. Con UNA STORIA STRAORDINARIA l’autore fa il suo ingresso nel catalogo Leggereditore.

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Photocredit Diego Galdino

Intervista allo scrittore Galdino

Si racconti un po’ ai lettori di Quotidianpost.it per come desidera farsi conoscere

R – È una bella domanda di partenza alla quale non riesco ancora oggi a rispondere. Sicuramente nasco barista, poi lettore ed infine scrittore. La sequenza non è casuale perché sono nato barista nel vero senso della parola poiché a mia mamma si sono rotte le acque sul bancone del bar dove ancora oggi io preparo i caffè ai personaggi dei miei romanzi a loro volta dedicati al bar e al caffè nello specifico. Ho vissuto tutta la mia vita dietro al bancone. Ho cominciato a camminare lì. Dormivo con la culla lì e mi sono innamorato per la prima volta dietro questo bancone.

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Man mano sono passato alla lettura che penso sia la mia più grande passione insieme al cinema e all’arte anche perché se oggi mi chiedessero cosa mi piacerebbe di più tra la lettura e la scrittura, sceglierei la lettura. Poi da lettore sono diventato uno scrittore per esigenze di cuore perché mi sono innamorato di una donna e ho iniziato a scrivere. Volevo raccontare una storia d’amore che, a differenza della mia, finisce bene. Ho iniziato a scrivere e non ho più smesso fino ad arrivare a quest’intervista.

Da dove nasce la scelta di pubblicare il suo primo libro?

R – Non avevo velleità di diventare uno scrittore affermatissimo. Cominciai per un’esigenza personale e
ancora oggi considero la scrittura come una specie di psicologo a cui dire tutte quelle verità che magari non riesco a dire di persona o alle persone con cui vivo quotidianamente. Ho sempre avuto l’impressione che la scrittura ti giudichi in maniera oggettiva. Nel senso che sta lì ad ascoltare le tue emozioni e non ti biasima.
Non ti rimprovera e ti ascolta. La scrittura per me è stato anche un modo per evadere dal mio contesto quotidiano
.

Ho iniziato a scrivere per una donna e per compiere un viaggio poiché la donna di cui parlavo era appassionata di Rosamunde Pilcher. Il suo desiderio era visitare i luoghi che erano scenario dei romanzi della scrittrice ma per problemi di salute non poteva visitarli di persona. Allora partii per la Cornovaglia da solo con la promessa di fotografare i luoghi che lei adorava e che le ricordavano un romanzo in particolare della scrittrice. Al ritorno li disposi in un album dove avevo inciso il suo nome. Glieli regalai ma si trasferì all’estero con i familiari per curare i suoi problemi di salute. I social non erano ancora attivi. E ci siamo persi ma da allora scrivo per lei. Complice fu la Cornovaglia dove la scrittura mi aspettava.

Nel suo libro IL PRIMO CAFFÈ DEL MATTINO, i personaggi racchiudono l’identikit di personalità che incontriamo ogni giorno. L’idea originale che porta la sua firma è stata l’associazione della personalità ad un tipo di caffè. Ma qual è il suo caffè preferito ?

R – Nel primo caffè del mattino ho creato una specie di oroscopo. E in seguito il riscontro è stato bellissimo.
I lettori che mi contattavano, percorrevano la scia del libro presentandosi con il proprio nome ed il caffè preferito ad esempio piacere Paul, caffè ristretto. Insomma da ogni parte del mondo mi raggiungevano i lettori accogliendo l’idea del binomio: nome e caffè preferito. L’idea del mio romanzo è diventata un must e ne andavo e tuttora ne sono fiero. In fondo ognuno di noi è un caffè
.

Nel ripetergli simpaticamente la domanda “Qual è il suo caffè preferito?”. Lo scrittore con una fragorosa risata si definisce

R – Io sono un caffè macchiato. Secondo il mio coffee-oroscopo sono tra gli indecisi poiché non saprei se prendere un caffè o un cappuccino e allora scelgo il CAFFÈ MACCHIATO.

Domanda da romanzo: se si guardasse indietro con la consapevolezza di adesso, lei percorrerebbe nuovamente prima la strada del barista e poi quella dello scrittore?

R – È la prima volta che mi fanno questo tipo di domanda. Ribadisco che sono nato nel bar e non saprei come rispondere. Non mi vedo lontano dal bar. Per me il bar è casa. Le mie origini sono lì sin dal cordone ombelicale. Camminano di pari passo. Respiro quel mondo da quando sono nato. Mi piacerebbe vestire i panni di quello scrittore tipo che scrive in una casa di campagna senese. Ma la domanda che pongo a me stesso è : riesci a scrivere con la stessa verve di un barista?

Perché nella sua intervista video presenta la sua ultima opera UNA STORIA STRAORDINARIA quale testamento letterario che lascerà ai suoi lettori?

R – Perché stranamente è stato un romanzo premonitore. In questa mia opera ci sono tante cose che rasentano la magia. Mi viene in mente la citazione a Ennio Morricone che dopo la pubblicazione ricorda la sua scomparsa e sembra un romanzo che ricorda anche lui e il cinema. In questo romanzo faccio riferimento a mia madre ai tempi in cui ero ragazzo. Nel romanzo la madre del protagonista venne a mancare e anche mia madre scomparve. Non so. Ho sempre sentito che fosse un romanzo speciale. Una settimana dopo l’uscita del romanzo, si scatenò la pandemia. UNA STORIA STRAORDINARIA è un romanzo di speranza, di resilienza, di coraggio, di disabilità. Guidato da una sensazione, una premonizione, ad oggi resta il mio testamento letterario.

Immagini dinnanzi a sé una platea di scrittori esordienti. Cosa consiglia loro che sognano
la grande occasione? Quali percorsi dovranno seguire?

R – A questa domanda bisognerebbe rispondere in due maniere. Quella realistica e quella romantica. Quella realistica non mi appartiene seppur consiglio di cominciare sui social. Legarsi a case editrici importanti che avvantaggiano nel raggiungimento della popolarità. Sono i Colossi che si affidano a personaggi già noti per garantire la vendita di molteplici copie del libro. La parte romantica è di non smettere mai di scrivere poiché qualcuno che deciderà di leggerti ci sarà e sarà colui che ti cambierà la vita. Pertanto consiglio ulteriormente di continuare a credere nel proprio sogno sempre perchè nessuno può impedirci di sognare.

Dà un particolare valore al libro che scrive?

R – Quando si parla di me, si pensa che il primo libro scritto sia stato IL PRIMO CAFFÈ DEL MATTINO ma in realtà quello che più mi rappresenta come scrittore s’intitola E MI ARRIVI COME DA UN SOGNO che mi ha portato al successo nazionale e internazionale. Oggi il primo posto è del mio ultimo romanzo UNA STORIA STRAORDINARIA, che è l’opera letteraria più bella che abbia scritto finora. Quello che mi ha aperto la strada al successo come romanzo. Il merito dè IL PRIMO CAFFÈ DEL MATTINO fu l’aver suscitato la curiosità di molte persone in campo nazionale ed internazionale.

Si ringrazia lo scrittore Diego Galdino per la sua coinvolgente voglia di leggere e di scrivere ed il suo laborioso Ufficio Stampa di Simona Mirabello.

Concluderemo l’intervista con una frase che ci ha segnalato lo scrittore Galdino
Il concetto chiave dello scrivere è: scrivere. Non è pensare” tratto dal film Scoprendo Forrester.