Inchiesta Davos di Raffaella Regoli, autrice di Sospesa e giornalista di fuori dal coro

DAVOS: Le sorti del mondo e il novel food

Si chiama Raffaella REGOLI. Classe 1970. È dotata di tanta grinta e tanta professionalità che culminano nel mix perfetto della figura di “giornalista d’inchiesta”. Il suo nome è parte della crew degli inviati di FUORI DAL CORO, programma in onda su rete 4 condotto dal celeberrimo e distinto Direttore Mario GIORDANO. Uno di quei pochi programmi che rappresenta la voce poco ascoltata di professionisti e di persone comuni in difficoltà e soffocati dalle restrizioni. In questo periodo dove a mo’ di repetita si è usato e si usa zittire chiunque non faccia parte del mainstream unico o quantomeno univoco, FUORI DAL CORO e la sua troupe d’inviati sono pronti a correre e a cercare la verità.

INTERVISTA

Raffaella REGOLI

RAFFAELLA REGOLI è una giornalista d’inchiesta, ha trattato tutti i casi di allontanamento dei bambini, tutte le Bibbiano d’Italia, la lotta alle discriminazioni, dal Green Pass all’obbligo vaccinale. E’ anche scrittrice e regista. Ha scritto per Mondadori “Il male ero io”, su Pietro Maso, e collaborato al docu-film “Io ho ucciso”; dalle sue inchieste sui temi sociali è nato il secondo DOCU-FILM, sui malati di Alzheimer dal titolo “ il mio nome è Alzheimer “. La pellicola, realizzata con Antonello Sette, ha vinto il premio della giuria al Ferrara Film Festival.

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IL LIBRO SOSPESA

Copertina libro Sospesa di Raffaella Regoli

Raffaella REGOLI si è distinta per la sua lotta alla libertà di cura e per il suo rifiuto all’obbligo vaccinale. Il risultato tangibile a chiare note si è definito nel suo libro #SOSPESA e nel successivo consenso che l’ha portato alla ristampa. “ Il mio libro #SOSPESA nasce da quella ferita di milioni d’italiani che hanno deciso di non piegarsi all’obbligo vaccinale per difendere un diritto costituzionale che è quello della libertà di cura; altresì per difendere l’articolo 1 della Costituzione che stabilisce: ‘ la nostra Repubblica è fondata sul lavoro ‘. Per questo motivo siamo stati privati dello stipendio e del lavoro. Non esistono giornalisti sospesi o che fossero pronti a pagare il prezzo delle proprie scelte perché non è facile sedersi dal lato sbagliato della storia. Avevo bisogno in qualche modo di attraversare questa ferita”.

Il suo libro assume le caratteristiche di un diario “nasce come un diario scritto in 3 mesi, quasi di getto. Oggi mi rendo conto che ho scritto un testamento di uno dei periodi più bui della nostra storia che dev’essere ricordato. Averlo scritto sottoforma di diario mi rende particolarmente felice ed orgogliosa perché non è solo un lavoro giornalistico. C’è lo stato d’animo che ho vissuto sulla mia pelle e che hanno vissuto milioni d’italiani ‘messi agli arresti domiciliari’ ( così definisco ciò che è successo ) anche se confinati in una prigione che non aveva sbarre, né odore. Ricordo ancora il primo febbraio dell’anno scorso, quando con l’ingresso del super Green Pass, non potevamo entrare neppure in un negozio per comprare degli slip. Entrare in banca, o in un tabaccaio. Non si poteva salire su un mezzo pubblico”.

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Perché lo reputa un testamento? “Leggendo il mio libro , chiunque può respirare quell’atmosfera e capire quello che abbiamo subito. Poi c’è il ricordo del Virologo Montagnier venuto per l’ultima volta a Milano. Nondimeno tratto la triste conseguenza alle vaccinazioni anti Covid, gli effetti avversi, le morti improvvise. C’è il ricordo del dottor De Donno. Denuncio lo scandalo dell’ Agenzia AIFA e dei contratti coperti dal segreto militare. E poi l’attacco al varco 4 del porto di Trieste, che ho vissuto e denunciato in alcuni reportage.

C’è proprio tutto quello che è stato vissuto di terribile e speriamo irripetibile. Deve servire a tutti noi. La memoria deve avere un senso, cioè gettare luce sugli avvenimenti passati per non ripetere gli errori commessi. Ricordare quello che è stato fatto alle minoranze di questo Paese, in nome di una perenne emergenza. Non serviva. Non erano misure sanitarie per proteggere i cittadini ma misure coercitive che ci hanno spogliato di libertà fondamentali”.

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TV, SOCIAL E..

La firma giornalistica di Raffaella REGOLI è completa e onnipresente. A tal punto da sentire la sua voce dirompente anche nei vari social dove lei fiera e decisa condivide notizie corredate da servizi video e immagini del suo operato in campo, come una vera guerriera, perché a suo dire “ mi piace da sempre raccontare storie, scoprirne la verità laddove ci viene raccontato solo un lato della medaglia“. Ma una notizia riportata dalla giornalista REGOLI che salta all’occhio, concerne l’incontro delle ÉLITE a Davos .

DAVOS E IL FORUM DELLE ELITÈ

Attraverso la sua inchiesta del Forum di Davos riesce a ridisegnare lo scenario nelle menti di chiunque ascolti suscitando il desiderio di saperne sempre di più di quel suo intervento e di quella realtà a tanti sconosciuta.

“Si resta sconcertati da questi imponenti sistemi di sicurezza dove tu non puoi filmare praticamente nulla . Qui, a DAVOS, le Élite vivono blindate in un alto castello ( paragone simbolico). Intanto tutto il paese si ferma ma non solo a Davos. Il fermo è per l’intera Svizzera. Basti pensare che sono stati inviati più di 5000 uomini per la sicurezza. Rammento che la Svizzera conta 10 milioni di abitanti, quanti la Lombardia. Dicevo degli uomini, i 5000 e più, provenienti da tutti i cantoni della Svizzera. Quest’ultimo è un dato che ho appurato da vicino.

Ho visto gli autobus dai quali, una volta giunti a destinazione, scendevano centinaia di uomini delle forze speciali, uno ad uno, con zaino in spalla e con la chiara rappresentanza del proprio cantone svizzero attraverso i vari stemmi distintivi sul braccio. Nondimeno si può notare la presenza dell’esercito militare, dei cecchini. Tutto quello che viene fatto a Davos è surreale. C’è un tale sfoggio di ricchezze, di mezzi di sicurezza tanto da lasciar intuire che gli esponenti più potenti sono lì. Il paese si trasforma. I prezzi diventano inaccessibili per la maggior parte degli esseri comuni mortali.

Le élite vivono in questi forum blindati. Tale situazione viene descritta in un rapporto di Greenpeace come l’evidenza che tali personalità professano eco sostenibilità ma commettono gravi aberrazioni. 200 voli di jet privato solo in una settimana. Voli in elicottero. Si spostano con queste centinaia di auto blu che inquinano, sgasano tutto il giorno. Uno spreco pazzesco. Strutture che vengono costruite all’interno del parco dove giocano i bambini di Davos atte ad ospitare i vari meeting. Strutture che costano una spesa di milioni di euro.

Il WEF, WORLD ECONOMIC FORUM, è una fondazione e , in quanto tale, ci si chiede come possa far uscire tutti quei soldi. Solo mettere in piedi Davos è costato centinaia di migliaia di euro. Il palazzo dei congressi è uno ma gli ospiti che giungono in presenza contano 50 nazioni. 3000 ospiti che discuteranno. Praticamente un simil G20 organizzato da un privato. È da precisare che i potenti motori di queste strutture, che ho mostrato nel mio servizio per “Fuori dal Coro”, vengono messi in moto un mese prima.

I VIZI E GLI SPRECHI DELLE ÉLITE

Il paradosso è quello che noi viviamo, tra bollette alle stelle, il gas calmierato, benzina con prezzi esagerati dovuti alla presenza perenne ed ingombrante delle accise, a confronto con il loro sperpero di risorse ed energia. Per noi invocano sostenibilità, per loro inquinamento e spreco all’ eccesso. E poi c’è da dire qualcosa anche sul cibo. In questa settimana le élite non fanno certo economia di quello che mangiano. Chi ha gestito i catering racconta di uno spreco di cibo pazzesco. Non vogliono catering vegetariani né vegani bensì carne e pesce di prima qualità. Dopo di ciò gettano il pane e mangiano la proteina.

E intervistando professionisti che hanno preso parte ai vari catering, nelle loro descrizioni vi è il ripetersi di uno smodato spreco di cibo. Ad esempio: durante le cene sono soliti prendere accordi, quindi lasciano raffreddare il cibo nel piatto e poi chiedono di buttare via tutto”. Uno schiaffo alla povertà da parte di chi sfoggia ricchezza e vizi con uno spreco di risorse, di soldi e di cibo seppur “nei loro incontri mettano in evidenza l’eco sostenibilità, il green per salvare il pianeta”.

IL GRANDE RESET

Ma tutto quel lusso, quella discrezione che sa di mascherata riservatezza o quanto più di condivisione per pochi eletti, crea un resoconto nella mente di chi li osserva “Il resoconto sta nel trovarsi sul posto, quindi a DAVOS, per comprendere cosa rappresenti quel posto. Di quanti interessi muova. Di quanto viene deciso dalle ÉLITE in questo FORUM INTERNAZIONALE. Decisioni sul nostro destino, ma anche di cosa ci ammaleremo, con cosa ci cureremo, cosa mangeremo.

La grande agenda, altresì detta GRANDE RESET, che si attua dopo la pandemia svela quella che era l’attuazione dell’agenda 2030 con la voluta 4a rivoluzione industriale oramai in atto in un’epoca di transumanesimo dove l’uomo conta sempre meno per lasciare il posto alle macchine. Per giunta non contano più gli Stati, che perdono la loro sovranità ( anche in Europa ) a vantaggio delle MULTINAZIONALI delle Big Pharma. Ergo dei grossi poteri economici che comandano l’intero pianeta e decidono le politiche economiche, sociali e di salute per tutti noi. Pertanto DAVOS resta un luogo nevralgico.

A Davos quest’anno mancavano i big della politica ad esempio BIDEN, MACRON, MELONI, giacché la presenza in quel dì era chiaramente e politicamente controproducente per loro stessi. Fondamentalmente i giochi erano stati già svelati con questa pandemia, già preannunciata a Davos e di fatto determinata. Tra i presenti però vi erano Larry FINK per BLACKROCK, BOURLA per Pfizer , Von DER LAYEN, LAGARDE. Qui sono stati annunciati altri aumenti dei tassi d’interesse con un grosso danno soprattutto per il popolo. Per le masse che già stanno vivendo una grandissima inflazione”.

DAVOS: LE SORTI DEL MONDO E IL NOVEL FOOD

Davos non è solo un incontro tra potenti che decidono le sorti del Mondo, cioè come andare avanti con l’agenda economica, ma dettano anche le regole della nostra alimentazione perché “gli appetiti delle multinazionali risiedono nel farci diventare sempre più soggetti dipendenti anche a livello di cibo spazzatura prodotto da grandi allevamenti d’insetti da cui si ricava la farina”.

Questo tipo di alimentazione, denominata NOVEL FOOD, comprende ad oggi quattro tipologie di insetti commestibili, tra cui larve, locuste, tarme gialle della farina, e dal 26 gennaio anche farina di grillo. Hanno fatto il loro ingresso nella lista degli alimenti consentiti dall’UNIONE EUROPEA.

In un articolo recente abbiamo anche parlato della carne sintetica.

FARINA D’INSETTI

In questa farina ci sono proteine scadenti a basso costo. Fermo restando che una dieta non è salutare se diventa iperproteica. Il corpo umano non ha necessità di tantissime proteine, semmai abbiamo bisogno mangiare meno proteine, ma di più alta qualità. D’altro canto le MULTINAZIONALI vogliono un prodotto, un cibo sempre più economico e sempre più scadente perché così ci si ammala di più. Anche perché ancora non ci sono studi approfonditi sui possibili danni che queste proteine d’insetti possono dare alla salute soprattutto di una persona occidentale non abituata a questo tipo di alimenti.

STUDIO IZSVE SUGLI INSETTI

Tra l’altro c’è uno studio IZSVe, dell’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, del 2021 che mette in allarme per la presenza di 70 virus in ben 15 specie delle 12 per cui è stata richiesta l’autorizzazione a EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, perché possono essere veicolo di virus. Bisogna pertanto capire come vengono allevati tali insetti, essendo a contatto con un substrato che può diventare pericoloso per la salute. Detto questo, oggi la farina d’insetti costa 40 euro al chilo, ma è già partita la martellante campagna pubblicitaria per far credere all’opinione pubblica che sono migliori quelle farine, rispetto a quella di grano, poichè proteiche . Ovviamente questi messaggi sono rivolti alla popolazione del domani, ovverosia gli appartenenti alla fascia d’età di 14/30 anni.

Si comincia con questo lavaggio del cervello che mira ai ragazzi che vanno in palestra e si convincono che questo cibo è iperproteico. In merito alla farina di grilli ho notato la velocità con cui l’Europa ha accolto questi Novel Food, nonostante i pareri non favorevoli dell’EFSA. L’EFSA sottolinea la possibilità di allergie e di quant’altro nell’utilizzo di queste farine d’insetti per la presenza di chitina nel carapace degli stessi insetti. Anche in questo caso torniamo indietro. Nel 2015 la FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, rilancia l’allarme sulla crisi delle risorse alimentari.

L’Europa recepisce subito aprendo ai nuovi alimenti e li chiama novel food. È risaputo che per avere accesso a tali alimenti c’è da redigere una serie di pratiche che richiedono oltre 100.000 euro. Ma la realtà è che si spinge verso questo cibo proteico alternativo per fare gli interessi delle multinazionali, come per la carne sintetica, creata in grossi bioreattori (per nulla eco- sostenibile), sino alla farina d’insetti oggi costosa ma che in seguito sarà molto più economica”.

Detto così può sembrare lontano dai nostri pensieri, dall’accettazione di una tale iniquità in più è sconcertante pensare che la dieta mediterranea possa lasciare il passo al NOVEL FOOD calpestando tradizioni culinarie e citazioni millenarie che hanno imbandito tavole, hanno trionfato da protagonisti e riempito libri in tutto il mondo dove la cucina italiana è sempre stata decretata la migliore in quanto a sapori e a salubrità .

Che sia uno sgambetto al made in Italy ?Il problema non è il made in Italy ma le nostre piccole produttività che danno fastidio alle MULTINAZIONALI. L’Italia dà fastidio con i suoi piccoli produttori, con la proprietà privata e la sua dieta mediterranea che ci ha reso tra i Paesi più longevi al mondo. Tutte cose difficili da controllare”.
È opportuno presagire che questo novel food porterà ad “ una civiltà più malata seppur abbiamo nella nostra risorsa la Dieta Mediterranea. E di conseguenza più la popolazione è malata, debilitata e fragile, più la si può controllare. Il tutto è finalizzato a mantenere questo assetto dove gli esponenti delle Élite non arretrano mai sul profitto”.

DAI FILM AVVISI DEI REGISTI

A quanto pare ci sono dei film che hanno anticipato l’epoca che stiamo vivendo. Dal film CONTAGION a SPIDERMAN 2. Forse in quelle riproduzioni c’è un avviso o un consiglio del regista? O forse c’è un chiaro segnale di divulgazione di qualcosa che i vari registi già sanno a mo’ di sondaggio o puramente informativo. “ Sono le cosiddette FINESTRE DI OVERTON. La letteratura in sé e cinematografica è costellata di queste avvisaglie che tentano di spostare avanti la percezione di quello che accade. Certo che vogliono avvisarci per far capire che c’è un progetto che va avanti da anni: il progetto di dominio delle élite. Dovremmo riscrivere la storia nonché i conflitti mondiali. Diciamo con un’ottica diversa.

La pandemia non ha fatto altro che aprire e scoperchiare il vaso di Pandora, o come lo squarcio nella tela di Fontana. Sono tanti gli esempi ma si tratta spesso di un gruppo d’Iniziati che rivela delle verità. Anche lo scrittore Orwell, facente parte della FABIAN SOCIETY, si dice che si fosse pentito. Orwell pare si fosse reso conto del delirio di onnipotenza di questi personaggi quando ha scritto il romanzo “1984”. Oppure un altro esempio è il film dal titolo 2022 – I SOPRAVVISSUTI (SOYLENT GREEN), ne parlo anch’io nel libro #SOSPESA, è citato anche nel cartoon I SIMPSON, dove gli attori mangiano solo delle barrette SOYLENT GREEN e vivono in condizioni di miseria rispetto ai ricchi che si alimentano di buon cibo e acqua.

Un altro film celebre è MATRIX e la leggendaria scelta tra la pillola rossa e la pillola blu che richiama ad un libro che non è certo per bambini, “Alice nel Paese delle Meraviglie”, che svelava già i piani diabolici di questa elité mondiale. Così mi piace chiudere proprio con le parole che il bian coniglio ripete ad Alice: “E’ tardi, è tardi”.

Si ringrazia la giornalista Raffaella REGOLI per la gentile concessione dell’intervista per QUOTIDIANPOST.IT e seguono i complimenti sinceri per la sua professionalità e per la sua onestà intellettuale.

Si conclude l’articolo con una frase del filosofo idealista Georg Wilhelm Friedrich HEGELLa lettura del giornale è la preghiera del mattino dell’uomo moderno” e in quest’epoca odierna preme aggiungere che la responsabilità della notizia data sta nella coscienza che guida la mano del giornalista.