James Bond è esistito ed era proprio un agente segreto britannico

James Bond non è solo un personaggio di fantasia ma anche il nome di un agente inglese, operativo durante la guerra fredda per impossessarsi dei segreti militari del blocco comunista

La realtà, a volte, supera la fantasia perché il personaggio di 007, nato dalla penna di Ian Fleming, è davvero esistito, si chiamava James Bond ed era proprio un agente segreto britannico al servizio di Sua Maestà, operativo negli anni sessanta in uno dei Paesi chiave dell’Europa orientale: la Polonia.

James Bond la spia che agiva realmente al tempo della guerra fredda

James Bond, un nome e una leggenda che però trova riscontro anche nella realtà attraverso una ricerca che riguarda l’istituto della Memoria Nazionale polacco e, più precisamente, i suoi archivi dai quali è saltato fuori un documento che attesta l’esistenza all’anagrafe di James Albert Bond.

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Bond era effettivamente un agente britannico, operativo durante la guerra fredda in terra polacca, finendo evidentemente nel mirino del controspionaggio del blocco comunista orientale che aveva redatto un dossier sul suo conto, sospettando la vera natura della sua missione “diplomatica”.

La vera missione di James Bond oltre la cortina di ferro

Secondo la ricostruzione di Davide Bartoccini per il Giornale, emergono varie somiglianze tra il Bond letterario e cinematografico e l’agente realmente esistito, a partire dallo stesso periodo di operatività, cioè gli anni sessanta, durante i quali esplode anche il mito di 007 al cinema, preceduto però da quello letterario, che risale al 1953 con il romanzo “Casino Royale”, primo successo della saga dedicata alla spia più famosa del mondo.

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Pare inoltre che l’agente avesse, come il personaggio di fantasia, un debole per il fascino femminile, anche se probabilmente meno plateale del protagonista dello schermo, dato che, in ogni caso, il vero James Bond aveva raggiunto Varsavia nel febbraio 1964 insieme con la moglie.

La sua missione segreta consisteva nell’introdursi nelle installazioni militari e carpire quanti più segreti fosse possibile, agendo sotto copertura con la qualifica di segretario archivista del funzionario militare, accreditato presso l’ambasciata britannica, e ha svolto l’incarico per quasi un anno.

La vera fisionomia di 007

Il vero James Bond non assomigliava agli attori che lo hanno interpretato a partire dal 1962, perché, in realtà, era fisicamente tarchiato ma poco atletico, stempiato, con folte sopracciglia e orecchie leggermente pronunciate, come si nota in questo video realizzato negli archivi polacchi e che mostra chiaramente il vero volto della spia e i documenti che lo riguardano.

La sua missione non ebbe il successo sperato perché, durante la sua permanenza nelle province di Bialystok e Olsztyn aveva trovato ben poco da trafugare, anche se le notizie trapelate dagli archivi polacchi, e raccolte durante la guerra fredda, non specificano fino a che punto sia riuscito ad appropriarsi di qualche informazione riservata.

In ogni caso, la sua presenza aveva destato più di un sospetto e il controspionaggio polacco lo controllava strettamente per ordine del ministero dell’interno, con un’operazione d’intelligence denominata in codice “Samek”, che ha permesso di raccogliere una serie di dati sul suo conto e un profilo della sua personalità: “Uomo loquace, prudente e interessato alle donne“.

Alcuni dati e curiosità

Il vero Bond era certamente inglese e nacque a Bideford nel Devon, contea della Cornovaglia, nel 1928 quindi l’età di 36 anni, a inizio missione in Polonia, corrisponde più o meno a quella del personaggio cinematografico. La spia inglese ha poi lasciato il territorio polacco al termine della missione il 21 gennaio 1965, ma gli archivi ne hanno conservato memoria fino ad oggi, anche se non emergono ulteriori dati biografici che lo riguardano.

Si trattava, in ogni caso, di un agente infiltrato con credenziali fittizie e addestrato alla ricerca di informazioni strategiche in uno dei Paesi membri del patto di Varsavia, che era il perno dell’alleanza militare a trazione sovietica durante la guerra fredda, imbrigliando tutti i Paesi del blocco orientale in un patto indissolubile con Mosca nel braccio di ferro con la Nato a guida statunitense.

Il nome James Bond nella saga letteraria di Fleming

Molti si sono domandati per quale motivo Ian Fleming avesse scelto il nome di James Bond per il protagonista dei suoi romanzi di spionaggio, ed escludendo che fosse a conoscenza dell’omonimo realmente esistito, molti hanno pensato che s’ispirasse a un agente del servizio informazioni della Royal Navy noto, in realtà, come Dušan Popov, spia doppiogiochista e appassionato giocatore al casinò, proprio come 007.

Un’altra interpretazione punta invece su un certo James Charles Bond, impegnato in operazioni segrete durante la seconda guerra mondiale,  ma lo stesso Fleming aveva tagliato la testa al toro dicendo di essersi ispirato a un testo di ornitologia che gli aveva spianato la strada, perché James Bond era l’ornitologo americano che aveva scritto il libro e il suo nome era semplice da ricordare, proprio come l’autore voleva.

James Bond tra verità e finzione

I documenti polacchi descrivono James Albert Bond come una persona discreta e probabilmente sospetta, nonostante l’attività di facciata, ma non indicano nulla che si possa paragonare al personaggio della finzione, dotato della sigla doppio zero, la licenza di uccidere, e sempre pronto a regolare i conti con la Walther ppk, che, con la fondina ascellare sotto la giacca, era l’arma d’ordinanza di 007.

La vera storia della spia inglese è quindi meno rocambolesca e romantica delle trame dei film interpretati da Sean Connery, Roger Moore, Timothy Dalton, Pierce Brosnan e Daniel Craig, ma James Bond è esistito ed era proprio un agente del servizio segreto britannico, anche se è probabile che i suoi equipaggiamenti da perfetta spia, a partire da penne o macchine fotografiche in miniatura, avessero meno effetti speciali di quelli scenici.

Forse il vero agente non amava il Martini mescolato e non agitato e non guidava neppure la Aston Martin con annesse mitragliatrici e cortina fumogena, ma di certo anche lui doveva declinare le sue generalità ed è probabile che lo abbia fatto nell’unico modo possibile: “Il mio nome è Bond, James Bond“.

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