La Leopolda di mister Renzi – Se è questo il futuro…

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Non ho seguito gran ché la nuova Leopolda del ducetto fiorentino, se non distrattamente, due righe qui, due righe là.

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Ma quando mi sono imbattuto nel video dei piddini che cantano “Azzurro” tutti in coro ho avuto la netta impressione che questo è un paese senza speranza, nelle mani, com’è, di una mandria di giovanottelli incapaci e presuntuosi che mentre pretendono di essere considerati il futuro dell’Italia cantano una canzone di quarant’anni fa, non me ne voglia il buon Celentano, in un’atmosfera che ricorda tanto i cinegiornali con Mussolini che lavorava nei campi a torso nudo, o le mandrie di turisti organizzati che nel locale, che so, in Malesia, fanno il trenino cantando “Brigitte bardot bardot!”.

Quel video mi è apparso come la più chiara delle immagini di un Paese irrimediabilmente impantanato nella malata nostalgia di un passato remoto che non ha nessuna intenzione di gettarsi alle spalle, di cui anzi si serve per sterilizzare qualsiasi spiraglio di cambiamento.

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Non è neanche un caso che il coro sia partito da un karaoke.

Siamo diventati tanti piccoli giapponesi, di quelli che sorridono a tutti, si inchinano davanti ai potenti, vivono nei loro cubicoli alienati ed alienanti, lavorano venti ore al giorno per la sopravvivenza, passano il poco tempo libero incastrati nei loro mondi virtuali, si suicidano senza che nessuno se ne accorga e si sentono persi senza un imperatore che tutto vede tutto può e tutto risolve al posto loro.

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Meno male che a Febbraio c’è il festival di Sanremo, è così bravo e simpatico, quel Conti lì!