Il dado è tratto! L’italicum diventa una legge dopo la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che non ha aggiunto osservazioni o esternazioni, lasciando intendere l’assenza di dubbi di costituzionalità da parte del Quirinale.
Per decidere gli è servito poco tempo, considerato che la materia elettorale resta un suo campo indiscusso e la sua attività come giudice costituzionale aveva precedentemente bocciato il Porcellum. I punti caratteristici della nuova legge, che entrerà in vigore dal primo luglio 2016, sono essenzialmente due: la reintroduzione di una soglia al 40% per il premio di maggioranza, altrimenti si ricorrerà al ballottaggio, e il ripristino del rapporto tra elettore ed eletto sia attraverso liste bloccate ma corte, sia con la reintroduzione delle preferenze.
Mattarella si definisce soddisfatto e convinto di aver fatto il proprio dovere, nonostante le pressioni mediatiche o meno degli ultimi giorni. La domanda che sorge spontanea è, cosa dobbiamo aspettarci ora? Fino al luglio 2016 resta in vigore l’attuale legge elettorale, il Consultellum, e dopo? Senza la riforma del Senato, dovendo andare alle urne, si voterebbe con l’Italicum alla Camera e con il Consultellum al Senato. Regole diverse che però, a quanto pare, non minano la costituzionalità.
Di conseguenza, assodato l’Italicum, ora è un’altra la riforma tanto attesa. Quella dei partiti, della politica ma anche del Quirinale. L’ex Presidente Napolitano ha espresso il suo consenso parlando di “Legge indispensabile” mentre sono i portavoce del Movimento 5 Stelle a dare addosso alla nuova decisione. Secondo i cinguettii grillini saremmo di fronte a una presidenza oscura, senza spina dorsale. “Mattarella supino a Renzi” dichiara Giarrusso, senatore del M5S, ma intanto anche le agenzie di rating considerano il tutto “credit positive” sia dal punto di vista politico che economico.