Sciamani, alchimisti, stregoni… Sin dai tempi antichi, l’uomo ha fatto ricorso a riti e formule magiche nel tentativo di superare i limiti imposti dalla natura, e rendere possibile l’impossibile. Persino oggi – in un mondo sempre più governato da logica e scienza – gli spettacoli di magia offrono una via di fuga dal grigiore della vita quotidiana.
All’alba della Seconda Guerra Mondiale, un illusionista inglese – Jasper Maskelyne – decise di lasciare il palcoscenico e sfruttare le doti da prestigiatore per combattere i nazisti. Nel corso di un conflitto che vide l’impiego di nuove, terrificanti tecnologie, le forze britanniche si servirono di trucchi e incantesimi, facendo svanire città ed apparire interi eserciti.
Un mago al servizio di sua maestà
Jasper Maskelyne nacque a Londra, nel 1902. Discendente di una stirpe di maghi, proseguì la tradizione familiare diventando, nel corso degli anni ’30, un prestigiatore di grande fama. Nel 1936 – all’apice della carriera – pubblicò un volume nel quale descriveva le sue tecniche – da trucchi con le carte a numeri di lettura mentale.
Il 1° settembre 1939, la Germania nazista invase la Polonia, provocando lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il celebre illusionista decise quindi di arruolarsi e sfruttare le sue capacità artistiche in ambito bellico. Si dice che, di fronte allo scetticismo dei vertici militari, Maskelyne ideò un incredibile numero di magia.
Mediante l’uso di un modellino e alcuni specchi, fece credere agli atterriti londinesi che una nave da guerra tedesca fosse giunta in città, risalendo il Tamigi. Una volta svelato il trucco, gli ufficiali decisero di ottemperare alle sue richieste, trasferendolo al reparto di intelligence.
Il 10 marzo 1941, Maskelyne fu inviato in Egitto dove – sotto il comando del maggiore Geoffrey Barkas – istituì una propria unità, nota col nome di “Camouflage Experimental Section“.
Durante il soggiorno al Cairo, organizzò spettacoli di magia per intrattenere le truppe, suscitando l’interesse di Dudley Wrangel Clarke. L’ufficiale, a capo di una nuova sezione dell’intelligence, riteneva che le sue abilità potessero esser impiegate in operazioni di depistaggio. Maskelyne accettò di collaborare con Clarke, entrando a far parte della A Force (MI9).
Magia in guerra
Inizialmente, Maskelyne fu incaricato di insegnare ai soldati tecniche di evasione e fuga. Queste, prevedevano l’utilizzo di singolari strumenti – come mappe cifrate e lame nascoste. Le sue doti di illusionista furono per la prima volta messe alla prova durante l’operazione Battleaxe, mirata a spezzare l’assedio di Tobruch.
Archibald Wavell – comandante in capo delle forze armate britanniche in Africa e Medio Oriente – chiese al prestigiatore di ideare un sistema per mimetizzare i carri armati. In tal modo, si voleva impedire al comandante nemico – il celebre Erwin Rommel – di valutare la reale disposizione delle forze in campo.
Maskelyne progettò delle coperture – dette “schermi solari” – costituite da due unità in legno e rivestite a loro volta da tele dipinte. Grazie a queste strutture, eventuali aerei da ricognizione avrebbero scambiato i tank per semplici furgoni.
Sebbene l’operazione Battleaxe fallì miseramente – portando alla destituzione del generale Wavell in favore di Claude Auchinleck – gli schermi di Maskelyne funzionarono egregiamente. Ciò, convinse il maggiore Barkas ad affidargli una nuova missione: stavolta, avrebbe dovuto far scomparire il porto di Alessandria.
Quest’ultimo – data la sua importanza strategica – sarebbe stato presto oggetto dei bombardamenti dell’aviazione tedesca: la temibile Luftwaffe. Così, l’illusionista elaborò un piano per raggirare nuovamente il nemico. Assieme alla sua fidata unità – ormai soprannominata la “banda dei miracoli” – realizzò una copia del porto nei pressi della Baia di Maryut, a pochi km di distanza.
La notte dell’attacco, i fari posizionati a Maryut furono accesi, mentre il vero porto rimase celato nell’oscurità. All’arrivo dei bombardieri, gli inglesi fecero detonare alcune cariche precedentemente piazzate nei pressi della replica, attirando su questa il fuoco nemico.
Terminato lo scontro, Maskelyne fece disporre finte macerie lungo le strade di Alessandria, così da ingannare eventuali aerei ricognitori. Finalmente, dopo otto notti di bombardamenti, i tedeschi abbandonarono l’obiettivo: il porto di Alessandria era salvo.
Cala il sipario
Dopo il successo riscontrato ad Alessandria, Maskelyne fu coinvolto in numerose altre missioni, tra cui la difesa del canale di Suez e dell’isola di Malta. Qui, l’illusionista adottò una strategia simile a quella applicata per il porto egiziano, attirando i bombardieri lontano dalle strutture di importanza strategica.
In seguito alla disfatta di Gazala (giugno 1942), Bernard Law Montgomery assunse il comando dell’Ottava Armata britannica. Come i suoi predecessori, Montgomery comprese le potenzialità offerte dalle abilità di Maskelyne, e decise di affidarsi ai suoi trucchi in vista della seconda battaglia di El Alamein (ottobre-novembre 1942). Il generale intendeva confondere Rommel, convincendolo che gli inglesi avrebbero concentrato le principali azioni offensive sul fronte meridionale (operazione Bertram).
Ancora una volta, l’impiego di schermi solari rese possibile occultare numerosi mezzi corazzati che, in gran segreto, furono dislocati lungo il fronte settentrionale. Contemporaneamente, finti carri armati e perfino repliche di soldati furono disposti a sud. L’operazione si rivelò un successo, con la vittoria delle truppe Alleate e la ritirata degli italo-tedeschi. Appena sei mesi dopo, le forze dell’Asse furono definitivamente cacciate dall’Africa.
Nel 1949, a pochi anni dal termine della guerra, Maskelyne pubblicò un’autobiografia: Magic – Top Secret. In essa, raccontò le incredibili imprese compiute assieme alla banda dei miracoli. Tuttavia, vari studiosi – fra cui lo storico Richard Stokes – ritengono che buona parte dei fatti narrati dal prestigiatore non siano mai accaduti. Il merito delle operazioni di depistaggio sarebbe da attribuire al solo D. W. Clarke, colui che si guadagnò l’appellativo di “maestro dell’inganno”.
Secondo alcuni – come Terry Crowdy, autore di Deceiving Hitler – Clarke avrebbe semplicemente sfruttato la fama di Maskelyne, in quanto “… i soldati si trovano molto più a loro agio coi veicoli fantoccio se gli si dice che sono opera di un celebre illusionista”.
Qualunque sia la verità, Maskelyne non ricevette alcuna onorificenza e si ritirò con la famiglia in Kenya, dove morì – tra i fumi dell’alcol – nel 1973. Solo la desecretazione dei documenti militari – prevista per il 2021 – potrà rivelare se anche le imprese di Maskelyne, come i suoi trucchi di magia, non furono altro che un’illusione.