Salvatore Oliverio: intervista al giovane bomber calabrese

Intervista a Salvatore Oliverio, giovane calciatore della Sila Regia.

La Calabria, terra di mare e di montagna. Culla della Magna Grecia, di sport, di arte e cultura. Lo sport è incarnato nelle viscere dei calabresi, lo sport è vita, è unione, è sacrificio.

Si gioca a volte in campi improvvisati dove la terra viene bagnata dal sudore e dalla tenacia di tanti giovani. Giovani con i loro sogni di gloria, con indosso quella maglia onorata con intensi allenamenti. Ho sempre amato parlare dei giovani talenti calabresi, l’ho fatto esaltando il calcio femminile, oggi lo faccio con il calcio maschile. Evviva il calcio, quello pulito, onesto, bello. Tra questi campi si aggirano tanti talenti che a volte passano inosservati per un senso di umiltà o perché semplicemente si è distratti. E oggi ho deciso di dare parola ad un giovane bomber calabrese, Salvatore Oliverio che ha 15 anni.

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Salvatore è un ragazzo dalle doti straordinarie. Leggiadro come una farfalla in volo sfiora i fili d’erba che al suo passaggio s’inchinano. Il morbido tocco del pallone incollato ai piedi. Giocoliere d’eccellenza, nel suo gioco ricorda Gigi Meroni, l’indimenticato calciatore-artista del Torino. Dribbling pazzeschi e gol improbabili lo hanno coniato il “Messi Calabrese”.

Salvatore Oliverio: intervista al giovane bomber calabrese

“Buongiorno Salvatore e grazie per l’intervista che ci stai concedendo”.

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“Buongiorno e grazie a lei”.

“Cominciamo subito. Tu sei un giovanissimo ragazzo con la passione per il calcio. Sei nato in una terra, quella calabrese, che è ricca della storia di tanti sport. Che cosa ti ha spinto ad avvicinarti proprio al calcio? Raccontaci la tua storia”.

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“Buongiorno a tutti! Il mio nome è Salvatore Oliverio, sono nato a San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza, in Sila. La mia passione per il calcio è iniziata sin da bambino, infatti il mio giocattolo preferito era la palla. Quando sono diventato più grande ho cominciato a dare i primi calci al pallone che quasi era più grande di me, ed esso è diventato il mio migliore amico. Non so perché ho scelto il calcio forse lui ha scelto me. Scherzi a parte so solo che il calcio direttamente o indirettamente ha sempre fatto parte di me, infatti ho saputo da mia madre che ho imparato a leggere e a scrivere grazie all’Inter del Triplete e alle sue avversarie dell’epoca, mi divertivo infatti a scrivere i risultati e le marcature dei vari incontri fino a impararli a memoria”.

“In che ruolo ami giocare?”

“Nella mia breve carriera ho avuto l’occasione di giocare in vari ruoli anche se quello che secondo me si addice meglio alle mie caratteristiche è sicuramente quello del trequartista, seconda punta in quanto durante la partita sento il bisogno di tenere la palla tra i piedi”.

“Come alterni i tuoi impegni giornalieri con la passione per il calcio e dunque con gli allenamenti e le partite?”

“Frequento il Liceo Scientifico e non nascondo che soprattutto inizialmente è stato piuttosto difficile far incastrare l’impegno scolastico con gli allenamenti (il campo in cui mi alleno è a 30 minuti dal mio paese) ma credo che quando si ha una passione si trova il tempo di far tutto e si è disposti anche a rinunciare ad una festa oppure ad una mezz’ora di sonno”.

“Quali sono i ricordi più belli che hai legati alla tua attività agonistica?”

“Di ricordi ne ho molti, tra questi il più bello è forse il campionato vinto nella categoria esordienti oppure la partita dell’anno scorso nella penultima giornata contro il Real Kroton in cui tutti ci davano per spacciati contro una squadra che stava lottando per la vittoria del campionato e sulla quale abbiamo avuto la meglio portando a casa una vittoria che ci è valsa la terza posizione”.

“Hai un rito propiziatorio prima di entrare in campo? Se si, quale?”

“Sì, ho un rito propiziatorio inusuale, nel momento dell’entrata in campo ho l’abitudine di strofinare alcuni fili d’erba o granelli di terra allo stemma della mia squadra, questo mi permette di entrare prima in clima partita e mi lega ancor di più alla squadra per cui sto giocando”.

“Quali sono i tuoi idoli calcistici?”

“I miei idoli sono soprattutto Hazard e Neymar per il loro modo di giocare ai quali cerco di ispirare il mio stile calcistico. Ma ammiro molto anche calciatori del calibro di Maldini e Zanetti, professionisti impeccabili dentro e fuori dal campo”.

Salvatore Oliverio: intervista al giovane bomber calabrese

“Quali insegnamenti ti ha dato il calcio e che ti servono o ti sono serviti nella vita di tutti i giorni?”

“Il calcio è lo sport a mio avviso più bello e che sa regalare delle emozioni uniche anche se secondo me per viverlo nella maniera giusta bisognerebbe prenderlo alla leggera e vederlo come un modo per divertirsi. Nel mio caso la passione per questo sport mi ha insegnato a non arrendermi e a lottare anche contro le avversità di un destino che mi ha portato ad avere tre infortuni consecutivi alle braccia e uno al ginocchio. Ogni volta ho avuto paura di non poter ritornare a correre sul prato verde ma alla fine ho capito che senza calcio non potevo vivere”.

“Sei giovanissimo, hai 15 anni. Come ti rivedi tra quindici anni?”

“Il mio sogno principale è quello di diventare un calciatore professionista o quanto meno entrare a lavorare in ambito calcistico anche se non disdegno l’idea di diventare un medico”.

“Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi?”

“Il primo obiettivo è quello di continuare a giocare e a divertirmi, il secondo è quello di impegnarmi il più possibile per entrare a far parte di una società professionistica”.

Salvatore Oliverio: intervista al giovane bomber calabrese

“Come giudichi il calcio calabrese?”

“Ad essere onesto penso che in Calabria ci siano meno opportunità di emergere rispetto ad altre regioni d’Italia. Troviamo comunque esempi di grandi calciatori provenienti dalla Calabria come ad esempio Gennaro Gattuso, Vincenzo Iaquinta o Domenico Berardi”.

“Chi è il tuo più grande tifoso?”

“Direi sicuramente mio padre che segue e filma ogni mia partita per permettermi di migliorare il mio gioco e i miei movimenti e che ringrazio e saluto con affetto. E’ il mio fan numero uno e non so quanti video ha realizzato per me”.

“Quali consigli ti sentiresti di dare ad un bambino che come te vorrebbe intraprendere la carriera calcistica?”

“Il mio consiglio è quello di seguire le loro passioni e se questa coincide con l’intraprendere una carriera calcistica gli direi di impegnarsi al massimo per realizzare i propri sogni. E soprattutto non arrendersi mai”.

“Grazie per l’intervista. Vuoi salutare qualcuno?”

“Saluto la mia famiglia che mi sostiene sempre in particolare mia sorella Anna a cui voglio tanto bene”.

Nella foto Salvatore Oliverio