Salvini ha creato una spaccatura pericolosa tra lui e il M5S

Come Salvini ha messo in grave pericolo il fragile equilibrio tra Lega e M5S

L’ultimo caso di politica migratoria, riguardante la Sea Watch 3, non è andato come Salvini, che più di tutti se ne occupa, si aspettava. E’ partita la richiesta di processare il ministro degli interni, Matteo Salvini, riguardo gli eventi che coinvolsero la nave Diciotti che lo scorso agosto fu costretta a restare in mare per cinque giorni con a bordo 177 migranti per il divieto di Salvini di attraccare. Sì, divieto per cui lui stesso diceva: “Perché aprire un’inchiesta contro ignoti? Io mi autodenuncio, sono qua, sono ministro dell’Interno e ritengo mio dovere difendere la sicurezza e i confini del nostro Paese” forse con troppa spavalderia, ma questa volta non è andato tutto liscio. La richiesta di archiviazione è stata respinta e ora la palla passa al senato dove, da giorni ormai, si discute se concedere o meno il permesso a procedere in giudizio nei confronti del ministro degli interni. Si può ben intuire che, nel concreto, Matteo Salvini rischia poco, difficilmente infatti la sua camera di appartenenza, il senato, si pronuncerà in maggioranza a favore del processo, ciò però andrà a creare altri problemi.

La nave Diciotti
Fotocredit: Il Messaggero

Gli schieramenti dei partiti

I partiti presenti nella giunta, capeggiata da Maurizio Gasparri, sono PD, M5S, FI, FdI, Lega e Leu, resta da capire come questi voteranno. Sembra facile prevedere che FI,FdI e Lega voteranno contro l’autorizzazione a proseguire, arrivando ad un totale di nove voti, dall’altra parte ci sono PD, Leu e M5S. PD e Leu insieme arrivano a 5 voti, il M5S ne ha 7, il problema principale è capire quale linea di pensiero seguiranno i “grillini”, se quella del Sì, per mantenere il pensiero del cambiamento, ponendo fine una volta per tutte alle immunità della casta, oppure quello del no, per non mandare all’aria i rapporti con i loro alleati politici.  Se il M5S dovesse votare a favore del processo il Sì arriverebbe a quota dodici voti, mancando solo quello del senatore De Falco– espulso dal Movimento per non aver votato a favore del decreto sicurezza, l’arma più importante nel programma politico della Lega, e quindi probabilmente orientato verso il Sì- e quello di Meinhard Durnwalder di SVP che alle politiche era alleata del PD ma ha recentemente stretto un’ alleanza con la Lega nella provincia di Bolzano.

- Advertisement -

La giunta ha tempo fino al 23 febbraio per votare, scadenza del mese da quando sono arrivati in senato i documenti sul caso, dopo quella data toccherà all’Aula che avrà a sua disposizione un altro mese per votare sulle sorti del ministro Salvini, qui il voto sarà a maggioranza assoluta e palese.

La lettera come una zappa sui piedi

Nonostante nelle scorse settimane Salvini avesse detto in pubblico di accettare le decisioni che i magistrati avrebbero preso, il ministro ha fatto dietrofront spedendo una lettera al Corriere della Sera, nella quale afferma esplicitamente “Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda, ritengo che l’autorizzazione a procedere debba essere negata”, ritenendo poi di aver agito per il bene dello stato e che nella sua decisione non fosse presente la minima traccia di interesse personale. La situazione sotto molti aspetti è simile a quella di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace arrestato lo scorso ottobre per il reato di favoreggiamento all’immigrazione dopo aver reintegrato uomini e donne stranieri nella società, donando loro un posto dove vivere, un lavoro e una vita più sicura. Allora ciò che si diceva era “un’opera fatta a fin di bene, se infrange la legge, resta sempre un reato”, allora cosa cambia adesso? Di certo questa lettera è servita a dare un monito agli alleati, se prima infatti i parlamentari dei 5 stelle erano sicuri del Sì, adesso procedono con più cautela.

- Advertisement -
Salvini
Salvini fotocredit: Libero Quotidiano

La fine dei 5 Stelle?

Il Movimento 5 Stelle sembra diviso, da un lato ci sono Di Maio, Conte e Toninelli che cercano di tenere il piede in due scarpe dicendo che non bisogna prendere Matteo Salvini come capro espiatorio perché quella della nave Diciotti fu una decisione di gruppo, dall’altro ci sono gli altri esponenti del Movimento che si attengono maggiormente agli ideali originari del partito. Ad esempio il sottosegretario agli esteri, Manlio di Stefano, afferma: “È evidente che Salvini abbia cambiato idea o almeno il suo avvocato. Ma noi M5S siamo abituati a lavorare con la coerenza; abbiamo sempre detto che l’autorizzazione ai giudici va data, la diamo sempre, detto questo credo che Conte e Di Maio debbano essere parte del processo perché le scelte fatte sull’immigrazione sono scelte collegiali del governo». Il pericolo è questo, se i 5 Stelle dovessero veramente votare Sì di certo gli esponenti della Lega non la prenderebbero bene e l’accordo di governo, già fragile, sarebbe seriamente a rischio.

Luigi Di Maio
Fotocredit: Repubblica Palermo

 

- Advertisement -

Per chi si fosse perso gli eventi sulla Diciotti risalenti allo scorso agosto eccone la cronologia.

https://www.repubblica.it/cronaca/2019/01/24/news/la_scheda_-_caso_diciotti_il_film_dei_dieci_giorni_in_mare-217364190/