È ufficiale, la Cassazione con sentenza n. 43537 della Terza sezione penale ha respinto categoricamente la richiesta dell’ex premier di procedere alla revisione della sua condanna per frode fiscale, dettata 9 anni fa. Nell’anno 2013 infatti, Silvio Berlusconi venne accusato fino a perdere definitivamente la sua carica di senatore. Fu proprio questo uno dei motivi chiave che portò l’accusato a presentare ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, sostenendo che la legge Severino era illegittima.
Viene avallata quindi l’ordinanza della Corte d’appello di Brescia del 2021, senza concedere alcuna riapertura del giudizio a Silvio Berlusconi. La Cassazione conferma inoltre di non avere elementi a sufficienza, e soprattutto validi, per poter rimettere in discussione la condanna precedentemente dettata.
Risulta necessaria invece una pronuncia da parte della Corte dei diritti dell’uomo che valuti l’effettiva violazione del giusto processo, ovvero l’insieme delle forme processuali necessarie per garantire all’accusato, in questo caso Berlusconi, la facoltà di agire e di difendersi in giudizio.