Sergio De Caprio, noto come “Capitano Ultimo” è l’uomo che mise materialmente le manette ai polsi del boss Totò Riina nel lontano 1993, da allora è ovviamente sotto il mirino delle grandi famiglie di Cosa Nostra ed è quindi costretto a celare la propria identità e il proprio aspetto oltre che a vivere sotto scorta (incredibilmente ritirata dall’ottobre 2009 al gennaio 2010). Quella di Salvatore Riina è una delle tante operazioni effettuate dal colonnello, tra le altre ne svolse una a Milano per i traffici di droga e attività edilizie sospette che riconducevano ad un gruppo di pregiudicati siciliani, la Duomo Connection e una che portò all’arresto del presidente della Finmeccanica, Giuseppe Orsi, con l’accusa di corruzione internazionale, peculato e concussione.
Il libro sotto accusa
Il 15 febbraio Matteo Renzi fa uscire il suo nuovo libro: Un’altra strada – Idee per un Italia di domani, sua ottava pubblicazione dopo Avanti. Perchè l’Italia non si ferma (2017), Oltre la rottamazione (2013) e Fuori! (2011). Nella nuova opera del senatore del Partito Democratico vengono trattati argomenti spinosi alternati ad altri più leggeri, già famosa la battuta sull’attuale Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Lui vuole fare l’influencer, ma è un influencer mancato. È una Chiara Ferragni che non ce l’ha fatta” facendo riferimento alle varie dirette, foto e video che lo riprendono in situazioni di vita quotidiana. In questo libro però parla anche del “Capitano Ultimo” in toni non proprio lusinghieri.
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Renzi accusa
In questo suo scritto l’ex premier Renzi ipotizza poco velatamente che dietro al complotto Consip ci fosse la mano del colonnello De Caprio il quale, tramite l’intervento di Tiziano Renzi, padre di Matteo, sperava di riuscire ad arrivare all’arresto dell’ex Presidente del Consiglio addirittura manipolando le prove dell’indagine.
La risposta del capitano Ultimo non ha tardato ad arrivare: –Leggo che Matteo Renzi nel libro “Un’altra strada” paventa ancora di fantomatici complotti e di azioni eversive contro di lui da parte del Capitano Ultimo e di pochi carabinieri che lavoravano all’Aise. Di Renzi non me ne sono occupato prima e non me ne occupo ora. Non ho mai attribuito ad altri le cause dei miei fallimenti personali e professionali. Ho dato mandato al mio avvocato di agire nelle sedi competenti contro le persone che mi attribuiscono cose che non ho mai detto e azioni che non ho mai compiuto.
Il botta e risposta è continuato con il commento dell’avvocato di Renzi, Federico Bagattini: “Attendiamo con curiosità e interesse l’annunciata querela del colonnello De Caprio nei confronti del mio assistito. Sarà un piacere verificare in aula la fondatezza delle accuse“.