Sembra esserci un muro contro muro tra il premier Conte ed il leader dei 5 stelle Luigi Di Maio, riguardo alla delicata questione della lotta all’evasione.
Conte si è espresso sulla tematica riprendendo i 5 stelle che hanno professato a lungo tempo “onestà“, e quindi il piano non può essere smantellato; mentre Di Maio ha replicato che non si può basare il governo del Paese su toni così drastici, “o si fa così o si va a casa“. Il ministro degli Esteri ha poi aggiunto che bisogna dar retta alla maggioranza politica, dato che senza il M5S non è possibile reggere il governo.
Muro contro muro tra Conte e Di Maio
Di Maio ha, però, precisato che non c’è in corso una sfida tra ultimatum. “Bisogna fare in modo che nel governo ci sia meno nervosismo e meno prese di posizione dure, bisogna mettere al centro le persone e non le proprie opinioni”.
Nella giornata di domani è previsto un vertice di governo dove si discuterà di tre proposte, per i 5 Stelle imprenscindibili per poter effettuare la manovra. L’obiettivo di tali proposte è quello di aiutare gli imprenditori, i commercianti e coloro che lavorano con la partita iva.
I punti fermi della manovra dei 5 Stelle
Le richieste sono state condivise dal ministro Di Maio sul suo profilo Facebook:
– Introduzione subito del carcere ai grandi evasori e la confisca per sproporzione. Non bisogna solo colpire chi evade centinaia e centinaia di migliaia di euro, ma occorre anche che lo Stato si riprenda quello che hanno sottratto ai cittadini onesti, per poi re-investirlo in favore delle piccole e medie imprese.
– Obbligo del pos ma solo dopo aver abbattuto drasticamente i costi su carte di credito e dispositivi. Le commissioni bancarie invariate, fanno diventare la sanzione sull’obbligatorietà una tassa ingiustificata.
– Revocare il cambio del regime forfettario per le partite iva al 15%. Questo regime non va toccato. Lo Stato non può dire a un giovane un anno che pagherà il 15% di tasse e l’anno dopo gli cambia le regole in corso. Un giovane e una famiglia hanno diritto di poter pianificare il loro futuro e lo Stato deve sostenerli, considerando che un libero professionista si trova ad affrontare anche il cosiddetto “rischio di impresa”, senza avere un welfare che lo sostiene.
Secondo Di Maio, bisognerebbe punire i piccoli evasori così come i grandi, ma in Italia gli strumenti di lotta contro questi ultimi sono stati spesso ignorati, come il carcere o la confisca per proporzione. La vera lotta all’evasione va fatta con il buon senso, e soprattutto trovando il coraggio di colpire “i pesci grossi” ha ancora spiegato il ministro pentastellato. I commercianti, infatti, sono una categoria già vessata.