I sondaggi politici non sfornano solo cifre ma aiutano a capire successi e sconfitte. Futuro dei partiti? Risponde il sondaggio SWG.
Futuro dei partiti? Il sondaggio aggiornato SWG
Rado Fonda, direttore di ricerca SWG, commenta i dati raccolti e approfondisce le ragioni di ascesa e declino dei partiti:
- La Lega tocca il 38%
- Il partito Democratico si attesta al 22,7%
- Il Movimento 5Stelle perde 1,2% in una settimana e si attesta al 17,3%
- Forza Italia scende al 6,5%
- Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni cresce al 6,6% superando per la prima volta i berlusconiani, anche se solo di un decimale.
Il sondaggio SWG e il futuro dei partiti
La Repubblica riporta le conclusioni di Rado Fonda che fanno riflettere.
Secondo i risultati SWG, gli elettori premiano Matteo Salvini perché lo considerano un capitano capace di tenere la barra dritta e quindi coerente con le sue idee.
Vediamo in dettaglio la situazione dei vari partiti.
Lega Nord
Il partito guidato da Matteo Salvini è l’unico che può davvero festeggiare il trionfo che lo ha catapultato, secondo gli ultimi sondaggi, al 38%.
Sembra che la crescita continuerà e la Lega è da tempo la locomotiva del centro-destra.
Gli scontri ad alta tensione con gli alleati 5Stelle su TAV, riforma della giustizia, decreto sicurezza bis e legge sulle autonomie hanno offerto grande visibilità al ministro dell’interno.
Gli elettori leghisti ritengono che Salvini sia un leader affidabile, in grado di difendere il programma leghista senza tradirlo e lo premiano di conseguenza.
Movimento 5Stelle
Il movimento 5Stelle perde terreno e non ha una leadership altrettanto chiara anche se Luigi Di Maio è vicepremier e ministro dello sviluppo economico.
Nonostante le cariche di peso, Di Maio soffre la concorrenza di Roberto Fico, presidente della Camera, e di Alessandro Di Battista pronto ai box, sognando un futuro da leader.
Gli elettori rimproverano al movimento di non avere una linea chiara su Tav, giustizia ed economia.
Beppe Grillo si è associato alle critiche per la marcia indietro sulla Torino Lione che sconfessa la posizione intransigente che i 5Stelle avevano sbandierato in campagna elettorale.
La flat tax è un altro terreno di scontro nella coalizione giallo-verde e la determinazione di Salvini a farla approvare alimenta la tensione tra ala oltranzista e governativa del Movimento.
l’inversione a U sulla Tav non è strettamente legata alla tratta Torino Lione ma è una questione di principio per lo zoccolo duro pentastellato.
Rispetto alla linea politica della campagna elettorale, è segnale di arretramento e di inaffidabilità.
La capacità comunicativa di Matteo Salvini, i suoi successi crescenti da Nord a Sud, e l’efficace uso del web, hanno spiazzato Luigi Di Maio che gioca di rimessa senza scalfire i consensi leghisti o rimontare nei sondaggi.
Fratelli d’Italia
Il partito di Giorgia Meloni è cresciuto in una settimana dal 6,3 al 6,6%.
Ordine pubblico, tutela di forze armate e dell’ordine, controllo rigoroso dei flussi migratori, riduzione di tasse e burocrazia la accomunano a Matteo Salvini.
Meloni ha qualche perplessità sulla legge delle autonomie perché teme il rischio di Nord e Sud a due velocità, ma accetta la discussione in merito.
Il confronto Salvini Meloni
Salvini e Meloni hanno un legame generazionale e programmi simili, ma entrambi puntano a crescere e il ministro dell’interno potrebbe presentarsi da solo a nuove elezioni, se avesse la certezza di raggiungere il 40% con l’attuale legge elettorale.
Ma la Lega Nord governa con Fratelli d’Italia e Forza Italia molte regioni e comuni e i sondaggi confermano che il centro-destra unito non avrebbe praticamente rivali.
Salvini dovrà tenerne conto.
Partito Democratico
il partito Democratico di Luca Zingaretti attacca un giorno sì e l’altro pure il governo giallo-verde, beneficia della tenuta del suo zoccolo duro di elettori e guadagna qualcosa a scapito dei pentastellati.
Tuttavia, è un partito lacerato da lotte interne, scarseggia in capacità comunicativa e non attrae come sta facendo la Lega, perché non si capisce la sua strategia.
In pratica, lo scontro tra l’ala renziana e la dirigenza tradizionale del Pd alimenta la confusione e molti elettori pensano che il partito non voglia cambiare.
Secondo i risultati SWG, Il Pd non ha margini di crescita.
Ha rimandato in autunno la definizione del nuovo corso e del cambiamento politico, e resta un partito ostaggio di una linea politica confusa.
Forza Italia
Il partito creato da Silvio Berlusconi ha avuto, fino a qualche anno fa, grande consenso e ha superato più volte il 30% dei voti.
Oggi i sondaggi lo accreditano poco oltre il 6%, Berlusconi ha subito una lunga interdizione dall’attività parlamentare ed è tornato da poco sulla breccia come europarlamentare.
Tuttavia, la lunga assenza, l’impossibilità di fare campagne elettorali tra la gente e i gravi problemi di salute si sono fatti sentire.
Molti elettori forzisti si sono rifugiati nell’astensione o guardano con interesse alla Lega.
Giovanni Toti, presidente della regione Liguria, e Mara Carfagna non trovano la quadra come coordinatori.
Toti minaccia di andarsene, in assenza di una trasformazione radicale con tanto di primarie e gli altri big del partito cercano di ricucire sotto gli occhi sconsolati di Berlusconi.
Gli elettori, che vorrebbero sostenere Forza Italia, non capiscono la direzione imboccata dal partito e se Silvio Berlusconi sia ancora il leader nel pieno delle sue prerogative.
Le conclusioni del sondaggio SWG sul futuro dei partiti
Rado Fonda riassume la situazione dei partiti come segue:
- Gli elettori “premiano la coerenza della Lega, e penalizzano la ‘confusione’ in casa Pd, M5S e Forza Italia che si trovano in una “posizione-limbo“, quindi sospesi tra vecchio e nuovo.
- Salvini prosegue la sua volata perché il Carroccio sta mantenendo le posizioni della campagna elettorale agli occhi degli elettori
- La Lega approfitta della debolezza di tutte le altre forze politiche che non hanno un leader forte che possa competere sul piano comunicativo con Salvini
- Gli altri partiti devono trovare una ricollocazione politica, ma la loro posizione è confusa e gli elettori non capiscono dove stiano andando.
E’ quindi evidente che una forte leadership agisce come catalizzatore dei consensi.
Non si spiega altrimenti la crescita della Lega, ridotta nel 2013 al 3% e oggi balzata al 38, con un trend in crescita nei sondaggi.
La Lega a un bivio?
Per Matteo Salvini è il momento delle scelte: capitalizzare il successo rompendo con il 5Stelle alla prima occasione o rischiare di avvitarsi in un’alleanza sempre più litigiosa?
Le decisioni del Quirinale sullo scioglimento delle camere, la legge di stabilità da approvare e la finestra per votare a breve, che tende a chiudersi, pesano sulle scelte del leader leghista.
La crisi, più volte scongiurata in extremis, ha premiato la voce grossa di Salvini e la paura di nuove elezioni per Di Maio.
Ma la navigazione del governo, molto burrascosa per gli scontri continui, potrebbe far saltare la maggioranza, appesa a un filo sempre più sottile.
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