La tomba di Peter Pan è sull’isola di Hart Island

La vita, la carriera e la morte di Bobby Driscoll, giovane promessa del cinema e voce di Peter Pan nell'omonimo film Disney.

Peter Pan, un nome che potrebbe rievocare la nostra infanzia. Chi del resto non adora il variopinto mondo letterario creato da James Matthew Barry? Pirati, eterni bambini, indiani e sirene. Un crossover di mondi ed etnie così lontane all’interno di un unico contesto, L’isola che non c’è.

Peter Pan, nel corso del tempo, ha goduto di varie trasposizioni televisive e cinematografiche. Vedasi il film animato Disney, il cartone animato giapponese Peter Pan no Boken (giunto anche da noi e trasmesso nel corso degli anni sui canali Mediaset) o l’indimenticabile Hook – Capitan Uncino con i bravissimi Dustin Hoffman e Robin Williams. Eppure, l’articolo che tratteremo oggi ha davvero poco di gioioso e fiabesco.

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Oggi ci occuperemo di Bobby Driscoll, un giovanissimo attore divenuto, al suo tempo, una delle star più apprezzate dalla Walt Disney. La casa di Disney si affidò a lui affinché prestasse la voce al protagonista della storia. Bobby era, in un certo senso, l’anima di Peter al quale forniva anche la voce. Purtroppo, man mano che la sua voce cambiava a causa della crescita, il povero Bobby perse la stima e la benevolenza da parte della Disney, che gli voltò le spalle. Venne, in seguito, respinto da qualsiasi altra casa di produzione. Bobby Driscoll è sepolto ad Hart Island. Crediamo che sia opportuno dare qualche informazione su questo triste e lugubre luogo degli USA.

La storia della tomba di Peter Pan sull’isola di Hart Island

L’isola di Hart Island ha alle spalle una storia triste. Sicuramente, nessuna persona felice e amante della vita vorrebbe mai visitare un posto simile. La prima funzione pubblica nell’800 era quella di addestramento per l’esercito dell’Unione. Come leggiamo dai Rai News, in seguito l’isola divenne un campo di prigionia utilizzato nel corso della sanguinosa guerra civile tra nordisti e sudisti. Più tardi venne adibita a manicomio e poi, ancora, ad un sanatorio per i malati di tubercolosi, ad un riformatorio per ragazzi non ancora maggiorenni, una casa circondariale e, alla fine, un centro per tossicodipendenti.

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Tuttavia, Hart Island o isola di Hart è maggiormente famosa (a suo malgrado) per essere stato un camposanto, un’immensa fossa comune riservata agli emarginati, a quella povera gente che aveva perso tutto. Hart Island venne abbandonata definitivamente dagli ultimi residenti rimasti nel 1977. Bobby Driscoll è una delle (pochissime) personalità qui sepolte.

Peter Pan, chi era Bobby Driscoll

Il suo nome completo era Robert Cletus Driscoll. Un giovanissimo attore statunitense, un bambino prodigio. Mosse i primi passi nel mondo dello spettacolo tra gli anni ’40 e ’50 ad Hollywood. Bobby Driscoll firmò un contratto con la Walt Disney Productions, una delle major dell’intrattenimento internazionale che come ben sappiamo, domina prepotentemente la scena ancora ai giorni nostri (vedasi l’acquisto di Marvel, Fox e l’avvento di Disney Plus). Il contratto di Bobby venne interrotto 3 anni prima della scadenza ufficiale. Il ragazzo morì molto giovane, a causa di un’overdose di eroina. Nonostante il successo iniziale in campo cinematografico, il destino di Driscoll non fu premuroso nei suoi confronti: morì in povertà e in completa solitudine. In vita fu famoso per essere stata l’ “anima” di Peter Pan nell’omonimo film Disney.

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Era un bambino felice

Eppure, la strada per Bobby Driscoll sembrava essere completamente in discesa fin dalla tenera età. Considerato un bambino prodigio, Bobby era un bambino vispo dai capelli corti, caratterizzato da un sorriso luminoso e dal viso sempre sorridente. Era un bimbo felice e fiducioso del futuro. Come racconta Cine Kolossal, Bobby mostrò il suo talento artistico a soli 6 anni.

La madre decise di far sviluppare l’estro del figlioletto accompagnandolo ad Hollywood dove firmò un contratto per la Metro Goldwyn Mayer, che lo fa entrare ufficialmente nel mondo dello spettacolo (seppur in sordina) nel film del 1943, L’angelo perduto, recitando un ruolo di secondaria importanza.

L’ascesa

Nel 1944, Bobby Driscoll recitò in un nuovo lungometraggio La famiglia Sullivan, dopo aver firmato un contratto con la Fox. Tuttavia, il nome di Bobby in tale film biografico non è accreditato. Iniziò così un vero e proprio percorso nel mondo del cinema per il bambino, che continuò a recitare in film per altri grandi studios come RKO, Paramount e Universal. Tuttavia, la vera svolta a livello professionale per Bobby arrivò solamente nel 1946 quando venne ingaggiato dalla Walt Disney per interpretare il ruolo di Johnny nel film I racconti dello zio Tom. Da lì in avanti, Bobby continuo a recitare per la casa di Topolino in altri lungometraggi di genere comico destinati alle famiglie.

Una piccola star

In pochi anni, Bobby Driscoll consolidò il suo successo. Sono davvero pochi i divi che possono vantare una simile e fulminea ascesa. Di tanto in tanto, la Disney era solita prestare Bobby ad altre major per ulteriori lavori in campo cinematografico. Da ricordare anche il suo ruolo nei panni del piccolo testimone di un delitto nel film di genere noir del 1949 La finestra socchiusa. Il titolo in questione fu molto importante per la carriera di Bobby in quanto qui recitò per la prima volta il ruolo del protagonista, che mantenne anche ne L’isola del tesoro del 1950. Il film fece ottenere a Driscoll l’Oscar come migliore attore giovanile. Il 1951 fu invece l’anno di Quando sarò grande.

Curiosità su Bobby Driscoll: l’adolescenza e l’acne

Divenuto adolescente, nel 1952 Bobby Driscoll fece parte del cast di Tempo Felice. Meditiamo su tale anno e su tale film, teniamo bene in mente entrambi, in quanto proprio in tale circostanza iniziarono a presentarsi i primi scricchiolii nella carriera dell’attore, non più a suo agio al di fuori di personaggi fanciulleschi. Provo dunque a riottenere successo in campo televisivo, tuttavia, con risultati altalenanti.

Nel 1953 la Disney produsse il classico animato Le avventure di Peter Pan. Bobby doppiò il protagonista della storia. Tuttavia, il suo cambiamento vocale dovuto alla pubertà andò ad inficiare sul prosieguo della sua carriera.

Altro elemento fisico che compromise la carriera di Bobby Driscoll fu una grave forma di acne che gli deturpò il viso. A quel punto, la Walt Disney fece le scarpe alla sua giovane promessa, risolvendole il contratto anzitempo. Purtroppo, neanche altre case di produzione si rivelarono essere interessate alle sue doti di attore.

Intanto gli anni passarono, Bobby raggiunse la maggiore età e dopo aver terminato gli studi presso la Professional School di Hollywood e laureatosi alla Westwood University High School di Los Angeles, ritentò la carta del mondo dello spettacolo chiedendo aiuto proprio a quella casa che lo fece entrare nel mondo in celluloide, seppur da una porta piccola, la stessa major produttrice di grandi classici del cinema statunitense e di cartoni animati amati da grandi e piccini quali Tom e Jerry: la M-G-M. Questa accettò la sua richiesta lanciandolo nel film di genere avventuroso Duello di spie del 1955.

La droga e la morte di Bobby

Nel frattempo, Bobby Driscoll iniziò a fare uso di droghe. Venne arrestato più volte per diversi reati. Dopo l’ultima sua interpretazione di sempre in Party Crashers, tentò di iniziare una nuova vita professionale nel teatro a New York. Il trasferimento nella Grande Mela fu comunque inutile: vista la sua fedina penale sporca, nessuna compagnia accettò di ingaggiarlo. Visse qui nella più assoluta indigenza, ammalandosi intanto di arteriosclerosi coronarica occlusiva. Bobby Driscoll lasciò questo mondo nel 1968 a soli 31 anni, per un infarto causato da un’overdose. È sepolto nella fossa comune di Hart Island. Sposò il suo unico grande amore, Marilyn Jean Rush, di cui era amico fin dall’infanzia. Tuttavia, il matrimonio durò solo 4 anni. Dalla Rush ebbe tre figi: Dan, Aaren e Kathy.

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Marco Della Corte
Marco Della Corte
Sono nato a Capua (Caserta) il 4 agosto 1988. Da sempre amante, della letteratura, giornalismo, mistero, musica e cultura pop (anime, manga, serie tv, cinema e videogames). Ho mosso i primi passi su testate locali come Il Giornale del Golfo e la Voce di Fondi, per poi passare a testate più mainstream come Blasting News, Kontrokultura e Scuolainforma. Regolarmente iscritto presso l'ODG Campania come pubblicista, sono laureato in Filologia classica e moderna. Attualmente insegno come docente di materie umanistiche tra liceo classico e scientifico. Ah, dimenticavo: la cronaca nera è il mio pane quotidiano!