L’arte oltre il reale

Il giovane artista italogreco Ilias Rizzi racconta il suo percorso artistico in costante ascesa

Per Ilias Rizzi, un giovane disegnatore nato in Grecia e residente a Firenze, l’arte grafico-pittorica è un mezzo di comunicazione per esprimere le emozioni più celate svelando la percezione del suo mondo. Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico di Firenze e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Bologna con indirizzo “Fumetto & Illustrazione” si è specializzato in “Illustrazione per l’editoria”.

Negli ultimi anni si è fatto notare creando particolari e suggestive opere d’arte che stanno riscuotendo un notevole successo in Italia e all’estero. Trovandosi in visita a Berlino per motivi artistici abbiamo colto l’occasione per scambiare quattro chiacchiere e parlare del suo lavoro.

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Ilias, che cos’è per te l’arte e cosa significa “creare”?

La prima cosa che posso dire è che l’arte è quell’energia che muove costantemente la mia mano e che non riuscendo a spiegare a parole esprimo tramite le immagini. Un mezzo con il quale posso viaggiare senza muovermi fisicamente e dove tutto è mutevole. Esplorando i meandri del subconscio le mie visioni si materializzano sul foglio rivelando ogni pensiero nascosto. Pur considerando l’arte una sottile linea che separa la schiavitù dal libero arbitrio, la ringrazio ogni giorno per avermi donato la libertà e la responsabilità delle mie scelte.

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Quando hai iniziato a capire che per te il disegno andava oltre la realizzazione di una “semplice” opera d’arte? Non esprimi solo te stesso o la tua percezione del mondo.

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Ho sempre percepito un ponte tra la realtà e il mio mondo interiore. La mia idea è quella di trasmettere questa sensazione agli altri creando visioni parallele fantastiche ma al contempo tangibili quanto la realtà. Oggi come agli inizi il senso è il medesimo, per questo mi rivolgo a tutti coloro ai quali la realtà così com’è non basta. Mi affascina l’idea di trasferire le mie energie su di un foglio bianco per creare oggetti e creature che non fanno parte di questo mondo.

Tu crei le tue opere utilizzando svariate tecniche. Da cosa è dipesa questa scelta?

Ci sono due motivazioni principali: “la prima è quella di sperimentare e cercare una libertà di espressione senza limiti, la seconda è che ogni tecnica rende al meglio un determinato tipo di sensazione, vibrazione o soggetto”. Una volta che si è presa confidenza con le varie tecniche è possibile mischiarle e centrare l’obbiettivo. Ho sempre amato l’acquerello, l’acrilico, la pittura ad olio. Avendo un debole per il bianco e nero prediligo anche tecniche quali la china, la raffinatezza della matita nera e il carboncino che mi permette di esprimermi in modo più selvaggio e immediato.

Quali artisti hanno maggiormente influenzato il tuo percorso pittorico-culturale?

Potrei citarne diversi, sicuramente in primis il mio preferito Salvador Dalì seguito da altri surrealisti quali Magritte e Ernst. La loro tecnica e la loro creatività portata all’estremo ha aperto una porta tra realtà e sogno nell’immaginario collettivo. Ho subito inoltre un fascino ipnotico per il tratto violento e disarmante degli espressionisti come Munch, Schiele e Bacon. Considerando che le origini hanno sempre una notevole importanza, insieme a questi grandi artisti per me è fonte di immensa ispirazione la sfumatura e la maestria storica di Leonardo Da Vinci.

Abbiamo parlato all’inizio dei tuoi studi in ambito artistico, cosa ti è rimasto di quegli anni e cosa hai lasciato andare?

Il Liceo mi ha insegnato la tecnica e la libertà di esprimermi mentre in Accademia mi sono immerso in una costante ricerca artistica più ampia e dettagliata. Ho imparato ad alzare costantemente la qualità del mio operato pretendendo di più da me stesso. Essendomi specializzato nella realizzazione di illustrazioni per l’editoria, ovvero immagini che affiancano il testo, ho avuto modo di comprendere quanto possano valorizzarlo o talvolta distaccarsene totalmente. Questo esercizio ha liberato il mio intelletto aumentando la creatività in modo elastico e riflettendosi in maniera positiva sulle innumerevoli opzioni applicabili nella vita quotidiana.

La tua famiglia ha assecondato la tua vena creativa?

Da piccolo ricordo che i miei genitori, pur non facendomi mancare nulla, non mi hanno mai viziato portandomi a capire l’importanza di non spendere oltre il necessario. In quei momenti ricordo che prendevo un foglio e una penna riempiendolo di desideri e idee, cercando di dare un valore a ciò che creavo. La spinta a disegnare era inoltre incoraggiata da mia madre che è una pittrice e ogni volta che le chiedevo un disegno lei me lo donava e tutto mi sembrava possibile.

Il mondo è saturo di immagini e suoni, spesso di dubbia qualità o con un retrogusto amaro di già visto e già sentito. Ci sono tantissimi artisti in ogni parte del mondo, per cui deduco che intraprendere un percorso come il tuo e mantenere un notevole seguito di persone interessate alle tue opere non sia affatto un’impresa semplice o mi sbaglio?

Non è stato semplice e non lo è nemmeno ora, ma ho sempre creduto in ciò che faccio e mi impegno anima e corpo. Alla fine i risultati sono arrivati perché fortunatamente al mondo c’è ancora molta gente che apprezza la pittura e il disegno in tutte le sue forme. Ovviamente non deve mai mancare l’entusiasmo accompagnato dalla passione autentica, sono loro i cardini che spingono avanti. Occorre essere onesti con sé stessi per diffondere la bellezza.

Parlando ancora di difficoltà, quali sono gli scogli contro il quale spesso un artista si infrange?

Non è facile trovare qualcuno che ti commissioni un’opera pagata il giusto se sei un perfetto sconosciuto, anche se questa è meravigliosa. Ci vuole un sincero rapporto di fiducia tra artista e cliente. Per quanto mi riguarda ho iniziato ad avere clienti solo dopo aver raggiunto un livello che mi permetteva di accettare ogni richiesta artistica per riuscire a tradurre al meglio le esigenze del cliente. Le persone necessitano di garanzie sull’effettivo talento e se questo è reale oltre a suscitare interesse apre innumerevoli strade.

Come vedi il tuo avvenire nel mondo dell’arte?

Mi piacerebbe lavorare in un contesto cinematografico mettendo le mie opere al servizio di qualcosa di più grande, dove il guadagno non è il fine, ma un mezzo per continuare a fare quello che amo.

I contatti di Ilias:

https://iliasrizzi.smugmug.com/

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