Politica, Mattarella afferma: la crisi è alla spalle

Il progetto europeo non è in discussione nonostante gli euroscettici.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita in Portogallo sostiene come la crisi italiana sia ormai alle spalle

Il discorso del Capo di Stato Sergio Mattarella tenutosi all’Università di Porto, è carico di speranza. Egli pochi giorni fa’ si trovava in visita di Stato in Portogallo. In tale occasione ha ricevuto il dottorato di ricerca honoris causa per il suo impegno europeista. Il presidente con toga e pergamena raggiunge l’aula Magna tenendo un passo davanti al presidente portoghese Marcelo Regalo de Sousa che assiste al rito che in passato avevano onorato il generale Armando Diaz e l’architetto Vittorio Gregotti.

Mattarella ha affermato: “Ora la crisi appare finalmente alle nostre spalle e Portogallo e Italia stanno dimostrando come il rispetto delle regole, declinato alla luce delle rispettive realtà economiche nazionali, sia stato in grado di produrre solidi risultati in termini di crescita e riduzione della disoccupazione”.

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Lisbona e Roma le città principi dell’Ue

Ha continuato sostenendo: “Non è un caso che Lisbona e Roma siano anche le capitali che hanno segnato due momenti di svolta nella storia recente della nostra Unione. A Lisbona è stato firmato il Trattato – di cui fra pochi giorni ricorderemo il decennale – che pose fine alla crisi innescata dall’improvvido rigetto del tentativo di dar vita a un documento simile a una Costituzione per l’Ue. A Roma, in occasione del 60  anniversario dei Trattati istitutivi, in un momento di potenziale stallo per l’Unione – all’indomani della violenta crisi economica e della dolorosa decisione britannica di lasciare l’Unione – è stata approvata una Dichiarazione che rilancia il progetto di integrazione continentale, ponendo l’accento sull’esigenza di fargli compiere un deciso ‘salto di qualità”.

Gli  euroscettici remano contro la democrazia

Mattarella si rivolge contro gli scettici dell’Europa. I principali responsabili di remare contro l’identità Europea affermando idee nazionaliste e approffittando della mancanza di fiducia tra cittadini e Ue.

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Le parole del Capo di Stato suonano come monito per risollevare e rimettere in moto l’Unione Europea. Conclude cosi: “integrazione non è sinonimo di “spersonalizzazione”, di “inquietanti interrogativi sulla valorizzazione delle plurali identità e sensibilità presenti”, ma rappresenti piuttosto “il rafforzamento delle nostre radici”.

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