Riccardo Gennuso, vicepresidente della Commissione regionale antimafia siciliana, si è autosospeso stamane, dopo essersi confrontato con il presidente Antonello Cracolici.
Il deputato era finito nelle ultime ore al centro delle polemiche perché è imputato con il padre in un processo per estorsione. Ieri Ismaele La Vardera (anche egli vicepresidente della commissione regionale antimafia) aveva chiesto le sue dimissioni. Il suo antagonista non dubiterebbe dell’innocenza di Gennuso, ma riterrebbe che il solo dubbio del suo coinvolgimento nella vicenda potrebbe compromettere la credibilità dell’intero organo.
Anche il M5s aveva chiesto al rappresentante antimafia di riflettere sulla sua posizione. A sollevare per prima le polemiche è stata l’Associazione per onorare la memoria dei caduti nella lotta alla mafia, che ha espresso perplessità sulla reale utilità dell’organismo.
L’inchiesta alla base delle polemiche è stata coordinata dalla procura di Palermo e riguarda la gestione di una sala bingo. Il deputato è accusato di estorsione nei confronti dei dipendenti della sala.
Gennuso replica alle accuse facendo presente di avere già denunciato un capomafia di Palermo, Cosimo Vernengo, in seguito condannato a 9 anni di carcere. Si dichiara molto sereno e assicura di rendersi disponibile ad effettuare dichiarazioni spontanee nell’ambito del processo che si sta celebrando da cinque anni nel capoluogo siciliano