La laurea è il titolo di studio massimo in Italia ed è considerato un traguardo molto coinvolgente sia dagli studenti che dalle loro famiglie. Secondo la mitologia italiana, un ragazzo laureato ha tutta la vita davanti e con quel tanto ambito diploma in mano dovrebbe spiccare il volo, arrivare sulla cima della piramide e poi godersi il fantastico panorama.
La laurea nel 2019:
Nel 2019 la laurea conta poco, o comunque sicuramente molto meno di quanto non contasse nel secolo scorso. I corsi di laurea prima erano solo quelli classici: economia, giurisprudenza, medicina, ingegneria, lettere e alcuni altri. Non era un gioco da bambini conseguire il diploma di laurea. Era infatti necessario dedicare molto tempo ai libri, molta passione, molto sacrificio e proprio per questo era abbastanza difficile, ma poi le opportunità si moltiplicavano. Ora invece ci sono un miliardo di corsi di studio. Tra lauree brevi, annuali, biennali, triennali e “lauree d’amicizia”, chiunque può arrivare ad anteporre il titolo di Dottore al suo nome e vantarsi su Facebook come se avesse scalato l’Everest in ciabatte.
In queste settimane anche Flavio Briatore ha dichiarato in TV da Giletti che suo figlio non andrà mai all’università, gli insegnerà lui il mestiere. Le nozioni di economia o diritto le potrà apprendere con l’esperienza lavorativa, imparando ad osservare e senza studiare sui libri dell’università.
Se qualcuno non fosse d’accordo con questa teoria, per cui la laurea ora conta poco, basterebbe digitare su Wikipedia i nomi dei nostri politici e si convincerebbe immediatamente del contrario. I leader di Lega Nord, M5S e PD, i tre partiti più votati dagli italiani, non sono laureati:
- Matteo Salvini (Lega Nord) ha completato il liceo classico e poi si è subito gettato in politica;
- Luigi Di Maio (M5S) ha concluso anche lui il liceo classico, ha solo per poco tempo frequentato la facoltà di Giurisprudenza, per poi dedicarsi all’attivismo del Movimento 5 Stelle quando era ancora agli arbori;
- Nicola Zingaretti (PD) ha conseguito un diploma in odontotecnica e poi non si è laureato;
Gli studenti universitari dovrebbero accorgersi che terminando con successo il loro ciclo di studi, potranno essere più dottori di coloro che li rappresentano in parlamento. In pratica, i dottori e i futuri dottori eleggono gli onorevoli, che però dottori non sono. Non è bello dirlo, o anche solo pensarlo, ma quando sia al governo che all’opposizione non ci sono laureati, significa che la laurea vale davvero poco. Per la cronaca, io mi sono laureato. Inutilmente?
Riccardo Chiossi