Chi ha letto il romanzo di Bram Stoker, oppure visto uno dei numerosi film sul personaggio, sa bene come Dracula sia il vampiro per antonomasia. Il vampiro, nella storia ha sempre accompagnato gli incubi e la fantasia dell’uomo, ancor prima che Stoker desse vita al suo celeberrimo personaggio. Il vampiro, come si sa, è uno spettro (o demone se preferite) che per sopravvivere ha bisogno di bere il sangue dei mortali. È solito uccidere le sue vittime mordendole sul collo. A volte però, alcune di loro (giovani fanciulle perlopiù) sono attratte sessualmente dallo spettro, per quanto orrendo sia, e il morso per loro genera un piacere erotico affine all’amplesso sessuale. Le vittime del vampiro spesso divengono anch’esse vampiri succhiasangue.
Ebbene, Dracula è il capo di questa orda di non morti. Per trarre ispirazione per la sua creatura, Bram Stoker usò come modello principale il principe Vlad III di Valacchia, detto l’impalatore, vissuto nel corso del 15esimo secolo. In realtà, di Vlad il re dei vampiri ha poco o niente, se non qualche caratteristica fisiognomica e la ferocia nei confronti delle sue vittime. A dispetto di Dracula, che teme i crocifissi, l’acqua santa e la luce del sole, il principe Vlad è considerato un eroe e un paladino della cristianità, in quanto difese la Valacchia dalla minaccia dei turchi musulmani.
Dracula: la fama del vampiro e la sua vera storia
Il personaggio di Dracula è molto celebre e si è affermato in tutti i campi: dalla letteratura al cinema: dalle serie tv ai videogame, passando per i fumetti e i cartoni animati. Se Bram Stoker non menziona le origini di Dracula (nel romanzo si dice solo che quando fu umano sarebbe stato uno studente di magia nera) ci ha pensato Francis Ford Coppola nel bellissimo film Bram Stoker’s Dracula a spiegare come il giovane principe Vlad divenne uno spirito del male. Tutto inizia alla metà del ‘400, da un grande amore: i due protagonisti di questa love story sono il principe Vlad e la sua amata Elisabetta.
Un amore che trascende il tempo, il suicidio della moglie e il suo rinnegare Dio
Prima di divenire un vampiro, Vlad era un uomo puro di pensieri e dall’alta moralità. Quando i turchi minacciarono la Valacchia, Vlad (appartenente all’ordine del Drago, difensore di Cristo e della sua chiesa) partì in guerra per proteggere la sua gente. La sua amata moglie Elisabetta era disperata e temeva che il suo principe potesse cadere in battaglia. In realtà, Vlad era forte e, incoraggiato dalla Fede in Gesù e dall’amore della sua principessa, riuscì a sterminare centinaia di appartenenti all’esercito invasore. Tuttavia, a palazzo, giunse la falsa notizia, che Vlad fosse morto.
Elisabetta non si capacitava di vivere un’esistenza senza Vlad e, nonostante i forti principi cristiani a cui era stata educata, decise di suicidarsi buttandosi dall’alto del suo palazzo nelle acque del fiume Arges, circostante la sontuosa residenza. La bella Elisabetta salutò questo mondo tramite un messaggio: “Sperò di poter riabbracciare il mio amato in Paradiso”. Intanto, la guerra contro i turchi era terminata, Vlad aveva sconfitto la minaccia esterna (altro che morto!) e non vedeva l’ora di tornare a casa per riabbracciare la sua principessa.
“Ho vinto, Dio mi ha donato la forza per annientare gli infedeli”. A un tratto, un sinistro presagio nel cuore di Vlad: si voltò e pronunciò impaurito il nome del suo amore: “Elisabetta…”. A questo punto, Francis Ford Coppola racconta che Vlad entrò in una chiesa in cui trovò il corpo senza vita della moglie attorniato da alcuni sacerdoti. Uno di questi si voltò e disse severamente al principe: “Si è suicidata, ciò va contro gli insegnamenti di Dio, oramai non c’è più nulla da fare per lei: è dannata!”.
Vlad, che un attimo prima stava piangendo sul corpo della sua adorata Elisabetta, ascoltate le parole del prete, fu colto da un impeto furioso e diabolico: “È questo il premio che ricevo da Dio per il mio servizio a difesa della sua chiesa?!! Bene! Io lo rinnego!”. Vlad, in preda a una rabbia blasfema, trafisse con la sua spada il crocifisso, da cui sgorgò del sangue. I preti, sdegnati da un simile spettacolo che sembrava essere uscito dai gironi più oscuri dell’inferno, uscirono dall’edificio religioso in preda al panico.
Vlad prese una coppa e si abbeverò del sangue che usciva dalla croce, gridando superbo tali parole: “D’ora in poi abbandonerò la strada della luce per perseguire quella delle tenebre …. Il sangue è vita! E anche mia!”. Dio maledisse Vlad, spogliandolo della sua natura umana. Quest’ultimo attraversò i mari del tempo nutrendosi del sangue degli innocenti e passando alla storia con il nome di Dracula! Arriviamo al 19esimo secolo. Dracula, giunto a Londra, conosce Wihelmina Murray, giovane maestra e fidanzata di Jonathan Harker. Il vampiro si innamorerà della giovane, riconoscendo in lei la reincarnazione della sposa Elisabetta.
Chi era in realtà Vlad Tepes
Vlad Tepes è passato alla storia come un grande guerriero, ma anche come un dispotico tiranno. Come leggiamo dal portale Ciao Romania, Vlad, detto l’impalatore, regnò sulla Valacchia in tre periodi (1448; 1456-1462; 1476). Vlad nacque nel villaggio di Sighisoara nel 1431 nel villaggio di Sighisoara, in un’abitazione in cui suo padre Vlad II Dracul visse per cinque anni. Dal 1442 al 1448, Vlad e suo fratello Raudu furono prigionieri dei turchi. Il periodo più regno di Vlad Tepes, detto Dracula (figlio del drago) va dal 1456 al 1462.
Sembra, effettivamente, che la sua prima moglie si suicidò gettandosi nel fiume Arges, forse per non cadere nelle mani dei turchi, che in quel periodo minacciavano la Valacchia. In seguito, Vlad venne fatto prigioniero a Buda e confinato in una torre reale. Passò lì ben 12 anni della sua vita. Vlad Tepes è sicuramente ricordato anche per i suoi terribili modi di torturare i nemici. Tra questi ricordiamo la tecnica dell’impalamento, consistente nel conficcare un palo di legno oliato nel retto del condannato. Come informa Matteo Rubboli in un suo articolo di Vanilla Magazine, il poverino sarebbe morto dopo giorni di agonia a causa del peso del corpo sul palo, che progrediva gradualmente all’interno del corpo.
Le differenze tra Bram Stoker e Francis Ford Coppola
In realtà, gli amanti istruiti di Dracula, sanno bene che il film di Francis Ford Coppola, per quanto fedele al romanzo originale di Bram Stoker, almeno apparentemente, presenta alcune differenze con l’opera originale, che saltano subito all’occhio. Se Coppola ha presentato il vampiro (interpretato da Gary Oldman, esatto, il Sirius Black di Harry Potter!)come un antieroe romantico, capace di amare nonostante la sua natura diabolica, in realtà il Dracula stokeriano è una belva, incapace di provare sentimenti di empatia. Ha l’istinto ferino, talvolta bambinesco e apprende gradualmente dagli esseri umani, aumentando le sue conoscenze e la sua furbizia. Il Dracula originale, fattezze a parte, ha davvero poco di umano e il suo unico obiettivo di sfamarsi del sangue delle sue vittime, con l’intenzione di rendere Londra (e il mondo intero) un inferno abitato di anime dannate.
Il videolibro L’ospite di Dracula di Bram Stoker
A comprenderlo è anche Abraham Van Helsing, medico e scienziato olandese, principale nemesi di Dracula. Nella sua grande saggezza, Van Helsing sa bene come nel momento in cui un essere umano viene vampirizzato diviene un figlio del diavolo e a lui le il Regno dei Cieli sarà precluso per sempre. Proprio riguardo la figura di Van Helsing, il nostro amico Bram Stoker ce lo presenta come un vecchietto attempato, dai modi gentili e paterni nei confronti dei suoi giovani alleati, ma dallo spirito indomito.
Nel film di Francis Ford Coppola, il personaggio, interpretato magistralmente da un grande Anthony Hopkins, è un professore universitario studioso dell’occulto, che più di una volta ama mostrare la sua saccenza e arroganza, non disprezzando i piaceri della carne. Tuttavia, la sua profonda fede in Dio non è certo compromessa in questa versione cinematografica e lotterà fino alla fine affinché il bene trionfi. Sembrerà vacillare solo alla fine del film quando, una volta sconfitto il vampiro affermerà: “Siamo diventati pazzi per servire Dio, tutti…”. Ma probabilmente si tratta di uno sfogo dovuto allo stress e agli orrori vissuti nel corso della storia.
Differenze anche per quanto riguarda il personaggio di Lucy Westerna, prima vittima di Dracula. Se nel romanzo di Bram Stoker, la ragazza, amica di Mina (Winona Ryder), è una fanciulla dolce e pudica, nel film di Francis Ford Coppola è una giovane dalla mentalità molto aperta, maliziosa, talvolta vogliosa di piaceri carnali. La stessa, durante uno fenomeno di sonnambulismo, si unirà sessualmente a un Dracula dalle fattezze mostruose (un pipistrello antropomorfo), per poi essere morsa dal vampiro.
Mina, la sposa di Dracula: un’unione consumata?
Bella domanda, ufficialmente no, o meglio, almeno così ci dimostra Bram Stoker che nel suo romanzo parla solo di un aggressione del vampiro alla moglie di Jonathan Harker, per tentare di vampirizzarla. Dopo averla morsa, Dracula ha effettivamente intenzione di renderla sua compagna, affermando boriosamente che nulla potrà fermarlo e che il tempo è dalla sua parte rispetto al gruppo di eroi che tentano di fermarlo (Mina compresa). Tuttavia, già vediamo come nel film di Coppola la situazione inizia a cambiare.
Mina si sente attratta dal conte, nonostante sia già impegnata con Jonathan Harker. Ma Dracula le risulta piacevole per diversi motivi, in fondo comprensibili. Ricordiamoci che il romanzo è ambientato in epoca vittoriana, un periodo buio, caratterizzato da forti bigottismi e limitazioni, talvolta oppressive. Mina è affascinata dal fatto che Dracula, nelle false spoglie di un principe romeno, sia un personaggio che vada oltre le regole. Ha una mente aperta alla tecnologia (vedasi quando elogia l’invenzione del cinematografo chiamandola “scienza”) oppure quando beve l’assenzio, nonostante fosse un alcolico proibito all’epoca e lo fa bere alla stessa Mina.
Insomma, Dracula si rivela essere uno “spostato” che agli occhi di una giovane come Mina risulta essere molto più attraente dal punto di vista sessuale rispetto al suo fidanzato (e poi marito) Jonathan Harker.E non a caso, proprio nel romanzo originale, Bram Stoker avrebbe tentato di tratteggiare con Dracula la paura dello straniero, visto come cattivo e capace di attentare alle tradizioni e le consuetudini della società di cui faceva parte. E, tornando all’argomento principale, diciamocela tutta: non che durante la sua prigionia nel castello l’avvocato Harker (almeno nella versione cinematografica) si sia poi così annoiato. Spieghiamoci meglio. Se nel romanzo, il giovane viene colto nel sonno dalle bellissime (e nude) spose di Dracula, anch’esse vampire, che tentano di “baciarlo” per poi essere fermate dal loro signore con il celeberrimo urlo “Quest’uomo appartiene a me!”, nel film Jonathan intrattiene (magari forzatamente) più di un’orgia con le affascinanti vampire, tra cui una sensualissima Monica Bellucci.
Jonathan Harker, interpretato da un giovanissimo Keanu Reeves, è il primo della coppia a tradire la partner dunque. Che poi l’avvocato prenda le ultime forze rimastegli per fuggire dal castello, come accade nel romanzo originale, questo è un dato di fatto. Tornando al rapporto Dracula/Mina, nel film di Francis Ford Coppola vediamo una tenerissima scena d’amore tra il principe dei vampiri e la ragazza, nella camera da letto adiacente il manicomio di John Seward. Ed è la stessa moglie di Harker a chiedere all’essere di vampirizzarla, di “poter vedere il mondo come fa lui e di poter amare come fa lui”.
Quel figlio del peccato
La storia di “corna” si fa ancor più interessante nel romanzo Gli immortali di Dacre Stoker, ambientato diversi anni dopo la presunta sconfitta di Dracula. Chiariamo che Dacre è il pronipote di Bram Stoker e, rispetto al suo illustre parente, sembra avere un’idea di gran lunga diversa su Dracula e gli altri personaggi del romanzo. Nemico numero 1 di quello che è stato presentato come sequel ufficiale dell’opera di Bram Stoker è la contessa Elizabeth Bathory. La vampira, ispirata all’omonimo personaggio realmente esistito, giunge a Londra seminando nuovo caos e scompiglio nelle vite di Mina, Jonathan Harker, Van Helsing e John Seward.
Sappiamo come alla fine del romanzo originale, Mina e Jonathan hanno un bambino, che chiamano Quincey in onore al loro amico Quincey Morris, caduto nel corso della crociata contro Dracula. A fronteggiare Elizabeth Bathory ci sarà un redivivo Dracula, che si alleerà addirittura con i buoni! Ne Gli immortali, tuttavia, sappiamo che Quincey, divenuto oramai un giovane e brillante studente di buona famiglia, con il sogno di diventare attore di teatro, non è il figlio di Harker e Mina, bensì… di Mina e Dracula! Dacre Stoker ci racconta, infatti, come nel corso della battaglia contro il vampiro, la moglie di Jonathan e Dracula si erano amati e dalla loro unione era nato il piccolo Quincey. Quincey che, effettivamente, ha sempre avuto un rapporto conflittuale con colui che da sempre considerava suo padre (Jonathan) coltivando, invece, un rapporto sodale con l’attore Basarab, che si scoprirà essere lo stesso Dracula sotto mentite spoglie!
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