Il Revenge Porn sarà presto legge

Inizia l'iter di approvazione del decreto legge sul Revenge Porn

Questa mattina si è tenuta in Senato la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge, voluta dal Movimento 5 Stelle, per contrastare il fenomeno del Revenge Porn. Il decreto legge vede la senatrice pentastellata Elvira Evangelista come prima firmataria ed è finalmente arrivato in esame alla Commissione giustizia del Senato. Durante la conferenza stampa sul Ddl la senatrice del M5S ha affermato: “E’ un fenomeno criminale. Gli effetti sono come quelli di una violenza sessuale, condotte ignobili che vanno assolutamente fermate”.

Parola alla madre di Tiziana Cantone:

E’ poi intervenuta Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone, la giovane ragazza morta suicida in seguito alla diffusione di un video porno che la vedeva protagonista. Inizialmente ha voluto ricordare la figlia: “Questa lotta l’ha iniziata lei, era una persona per bene ed è stata investita da uno tsunami”, finché non ha ceduto alle lacrime di commozione, quando racconta gli ultimi giorni di vita trascorsi insieme: “Non dimenticherò mai l’ultima vacanza in Sardegna. Lei non era più la stessa, non usciva di casa se non con me”. A margine della conferenza, si è poi concessa ai microfoni anche Selvaggia Lucarelli, nota giornalista del Fatto Quotidiano che si è sempre spesa molto per l’introduzione di tale reato: “E’ molto importante, perché oggi c’è il modo di difendersi, non bisogna dire che non si può denunciare perché non si viene ascoltati. Il problema è che però non c’è ancora una legge Revenge Porn. Esistono una serie di reati (diffamazione, diffusione di materiale privato, atti persecutori ecc.), ma non una legge che li racchiuda. Spero passi questa norma”. Spazio dunque a tre donne, che hanno voluto dar voce alle tante vittime di questa terribile piaga sociale molto diffusa nel mondo, che però in Italia non è ancora punita con una norma specifica “ad hoc”.

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REVENGE PORN: cosa prevede la legge

Il reato previsto dal decreto legge sarà perseguibile a querela di parte, tranne nel caso di condotte gravi, in cui il giudice potrà procedere d’ufficio. Il nuovo articolo 612-ter prevede:

  • da 6 mesi a 3 anni di carcere per “chiunque pubblica attraverso strumenti informatici o telematici, immagini o video privati sessualmente espliciti, senza l’espresso consenso delle persone ivi rappresentate, al fine di provocare nelle persone offese gravi stati di ansia, di timore e di isolamento”;
  • da 1 a 4 anni se a farlo è un partner o un ex-partner;
  • la pena aumenta ancora da 5 a 10 anni di reclusione se “a seguito della pubblicazione del materiale privato la persona offesa muore, come conseguenza non voluta dal colpevole”;

E’ inoltre prevista la possibilità di inviare al gestore del sito internet o del social media una sollecitazione per il blocco o la rimozione delle immagini e/o video.

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Riccardo Chiossi