Al vertice europeo in corso a Bruxelles, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sbatte contro il muro innalzato da Polonia e Ungheria in merito al tema migranti.
Migranti: perché l’accordo è saltato?
Tradita da Polonia e Ungheria, ideologicamente più affini alla visione politica dell’Italia sui migranti, Giorgia Meloni vede sgretolarsi le proprie aspettative. L’Italia avrebbe dovuto ratificare l’intesa, ma è saltato tutto. “I leader non hanno approvato le conclusioni sul dossier”, dichiarano le fonti Ue. Al testo si sono opposte Varsavia e Budapest. I due Paesi non hanno votato l’accordo, facendo presente all’Ue che non può imporre agli Stati membri di accogliere migranti, né di penalizzarli con multe in caso di mancato ricollocamento. L’intesa prevedeva un obbligo di solidarietà, che si concretizzava nel sostegno degli Stati ai Paesi in difficoltà, pena il pagamento di 20.000 euro per ogni migrante non ricollocato.
Le ragioni di Polonia e Ungheria
Ungheria e Polonia si sono opposte al testo, contestando la solidarietà obbligatoria prevista dal Patto. La Polonia chiede più fondi europei per i rifugiati ucraini accolti in Ue e “un’azione preventiva nell’area della migrazione così che i flussi migratori contribuiscano solo allo sviluppo e alla prosperità dell’Unione, senza avere un effetto negativo sull’ordine pubblico e la sicurezza dei suoi cittadini”.