Nessuna cancellazione del termine “Alto Adige”, si tratta di un’incongruenza

Per il ministro Boccia, la sostituzione del termine "Alto Adige" sarebbe una semplice questione ideologica che non rispetta le problematiche del territorio

Dopo le polemiche sorte in merito alla notizia trapelata in queste ore in merito alla richiesta di abolizione del termine “Alto Adige” è stato necessario fare qualche puntualizzazione. il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie ha infatti detto che è necessario rendere i testi in italiano e in tedesco perfettamente identici, nonché rispettosi della costituzione.

Il presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, ha dichiarato in una nota che non è nell’intenzione delle autonomie locali modificare la denominazione della provincia: “questa denominazione è prevista dalla Costituzione italiana con riferimento alla Regione Trentino-Alto Adige/Sudtirol, la quale a sua volta è composta dalle due province di Bolzano e Trento” ha specificato.

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“Provincia di Bolzano” solo per l’ufficio di rappresentanza

L’equivoco sarebbe nato in merito all’utilizzo del termine “Provincia di Bolzano” per riferirsi all’ufficio di rappresentanza di Bruxelles, senza abolire in alcun modo il termine “Alto Adige” , che sarà utilizzato comunque in riferimento al territorio.

Ha poi sottolineato che occorre utilizzare la stessa terminologia in entrambe le lingue della regione, che attualmente sono discostanti: “Quando ci si riferisce alle istituzioni è giusto parlare di Provincia di Bolzano in italiano e di Provinz Bozen in tedesco, mentre quando ci si riferisce al territorio la terminologia corretta è Alto Adige in italiano e Sudtirol in tedesco“.

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Il governo minaccia di impugnare la norma

Nonostante le puntualizzazioni effettuate, il governo italiano ha espresso la volontà di impugnare la norma voluta dalla competenza provinciale di Bolzano, che prevede la sostituzione dei termini “Alto Adige” e “altoatesino'” negli atti ufficiali con il solo riferimento alla Provincia di Bolzano.

Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, ha inoltre specificato che bisognerebbe pensare alle esigenze del territorio, e non ad altre questioni “ideologico-nominalistiche“.

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