La Procura di Agrigento depositerà il ricorso in Cassazione contro la scarcerazione di Carola

Giovedì nuovo interrogatorio per la Capitana della nave Sea Watch 3

La Procura della Repubblica di Agrigento, mercoledì depositerà il ricorso in Cassazione contro la sentenza che ha rimesso in libertà Carola Rackete.

Il 29 giugno scorso, nel pieno dell’operazione “salva-migranti”, la Guardia di Finanza aveva disposto l’arresto in flagranza di reato per la capitana Carola Rackete, colpevole di essere entrata nel porto di Lampedusa forzando il blocco e disobbedendo ai loro ordini e alle loro direttive.

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Ricorso della Procura di Agrigento contro il provvedimento

La Procura di Agrigento farà dunque ricorso contro il provvedimento di scarcerazione, mentre l’interrogatorio della capitana della nave avrà luogo giovedì 18 luglio, non in materia dell’arresto richiesto per i due reati, bensì per l’altra inchiesta parallela, quella per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la violazione del codice della navigazione.

Il procuratore Luigi Patronaggio, contrario alla decisione del GIP di scarcerare Rackete, ha annunciato di ricorrere direttamente in Cassazione per ottenere una pronuncia di diritto sulle ONG. Si evita, pertanto, il ricorso al Tribunale del riesame, che avrebbe deciso, invece, sulla misura cautelare. In poche parole Carola Rackete non rischia di tornare agli arresti domiciliari.

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L’obiettivo è quello di ottenere una pronuncia che fissi un precedente giurisprudenziale sul reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione del codice di navigazione (il reato ipotizzato è quello di violenza a nave da guerra).

Il gip di Agrigento Alessandra Vella, contrariamente a tale richiesta, non riconosce però il reato di resistenza a nave da guerra, dato che la motovedetta della Finanza speronata dall’imbarcazione della Ong non sarebbe una nave da guerra.

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Insieme a questa accusa, anche la resistenza a pubblico ufficiale, sempre per il gip, si era rivelata infondata in quanto la comandante avrebbe agito costretta e in adempimento di dovere. La nave Sea Watch 3 non era stata diretta sino ai confini italiani per sfidare la legge dello Stato, ma perché i porti di Libia e Tunisia sono pericolosi e non sicuri e perciò fu una scelta obbligata. Terzo punto sostenuto dal gip, a favore della scarcerazione di Carola Rackete, è che il decreto sicurezza bis voluto dal Ministro degli Interni “non è applicabile alle azioni di salvataggio in quanto riferibile solo alle condotte degli scafisti”.

Nuovo interrogatorio per Carola Rackete

Giovedi 18 luglio, sarà svolto l’interrogatorio della Capitana indagata per i seguenti reati; violazione del decreto Sicurezza bis e del codice della navigazione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si svolgerà ad Agrigento davanti al procuratore aggiunto Salvatore Vella.